Allarme per i minori ricattati via web: indaga la Polizia postale

Per il 169° anniversario cerimonia in forma ristretta nella mattinata di sabato 10 aprile. Cresce il fenomeno del «revenge porn», vittime ragazzi tra i 10 e i 13 anni adescati on line.

L’effetto della pandemia nella nostra provincia ha avuto riflessi positivi almeno su una cosa, il numero dei reati. Secondo i dati resi noti in occasione della festa della Polizia, che oggi (sabato 10 aprile) celebra il 169° anniversario, e che riguardano il periodo 11 aprile 2020-3 aprile 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono calati, e di molto, i furti e le rapine. I primi in città sono passati da 3.827 a 2.273, in provincia da 17.450 a 7.120, un dato record di 11.884 furti in meno. Le rapine in provincia sono passate da 349 a 185 mentre in città sono aumentate di poco, da 92 a 100. Sostanzialmente stabili le truffe, da 583 a 628 in città e da 3.081 a 2.925 in provincia.

I reati informatici

Ci sono invece reati particolari, come quelli informatici, che sono aumentati molto durante quest’anno di pandemia, sfruttando il maggior numero di persone che utilizzano il web. E le vittime sono sempre più spesso minori, a partire dai 10 anni. È la Polizia postale a occuparsi di questo genere di indagini, che richiedono competenze informatiche specifiche: «In quest’ultimo anno abbiamo aumentato le perquisizioni, passate da 19 a 28 – spiega il dirigente Michele Attolico – e l’attività investigativa, con 94 denunciati rispetto ai 92 dell’anno precedente. Abbiamo notato una flessione della truffe e delle classiche vendite false e un aumento dei reati pedopornografici, di “revenge porn” (la diffusione di video e fotografie intime senza il consenso degli interessati) e di ricatti nei confronti dei minori che in questo periodo passano molto tempo sulla rete e vengono adescati più facilmente. L’anno scorso abbiamo perquisito un uomo che aveva fatto revenge porn a tre ragazze, chiedendo soldi per non diffondere i loro video. Quando siamo andati a casa sua abbiamo trovato anche una piantagione di marijuana che gli abbiamo sequestrato. Siamo poi risaliti allo spazio cloud in cui erano salvati i file identificando il provider, che nei giorni scorsi abbiamo perquisito trovando materiale pedopornografico e chiudendo lo spazio cloud. I reati pedopornografici sono aumentati del 181% (le indagini sono passate da 16 a 45), mentre i reati contro la persona sono aumentati del 114% passando da 44 a 94 indagini. Ci sono state il 38% in più di persone perquisite per reati pedopornografici e il 300% per reati contro la persona. C’è da segnalare l’aumento dei ricatti nei confronti dei ragazzi dai 10 ai 13 anni, che vengono adescati sul web e convinti a inviare foto e video intimi. Una volta ricevuti i primi file gli adescatori ne chiedono altri, e se i ragazzini si rifiutano li minacciano di inviarli ai loro contatti e ai familiari. La scorsa settimana un ragazzino bergamasco di 12 anni, vittima di questo genere di ricatto, ha scritto una richiesta d’aiuto sul sito della Polizia. Da Roma ci hanno chiamato e siamo andati a parlare al ragazzo, che non aveva detto nulla ai genitori per paura e per vergogna. Siamo riusciti a rintracciare gli adescatori, un’organizzazione della Costa d’Avorio, e le indagini stanno proseguendo».

Se l’aumento dei reati informatici segue la tendenza nazionale, la Bergamasca è invece (fortunatamente) in controtendenza per quanto riguarda i reati da «codice rosso», nei confronti delle donne e dei soggetti più fragili. «Abbiamo firmato una serie di protocolli con diverse associazioni, in alcuni casi siamo stati i primi in Italia – sottolinea il questore Maurizio Auriemma, attorniato dai dirigenti di tutti i dipartimenti – e con l’amministrazione penitenziaria per prevenire e combattere questo genere di reato, ma devo dire che non abbiamo visto un aumento di casi durante la pandemia, come invece avvenuto nel resto d’Italia. Forse perché a Bergamo abbiamo vissuto tutti le difficoltà del Covid, è stata la provincia più colpita e nelle famiglie c’è stata una diminuzione dell’attività negativa».

«Più pattuglie sul territorio»

Riguardo alla diminuzione dei reati, il questore sottolinea come sia il risultato di più fattori: «Il Covid, certo, ha contribuito, ma anche il passaggio della questura in prima fascia che ha comportato l’arrivo di risorse giovani che hanno consentito di servire al meglio la cittadinanza, mettendo più pattuglie sul territorio. Questo ha determinato un aumento delle denunce (i dati principali li trovate nel grafico accanto e quelli complessivi sul sito www.ecodibergamo.it) mentre gli arresti (la maggior parte avvengono in flagranza) hanno subito una flessione. La maggior presenza sul territorio ha portato, ad esempio, le Volanti a controllare 44.799 persone contro le 27.147 dell’anno precedente. Stabili i sequestri di droga, la cui diffusione non si è mai fermata ma ha trovato canali diversi di distribuzione, come le “consegne a domicilio”».

La cerimonia in forma ristretta

In mattinata la cerimonia in forma ristretta: alle 8,30 il questore ha deposto una corona d’alloro al monumento di Caduti in via Noli e alle 9,30, solo con il prefetto, alla Rocca.

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