Bene l’accessibilità delle scuole , basso il tasso di disoccupazione per i giovani. Bergamo nelle classifiche del Sole 24 Ore

Su Il Sole 24 Ore le classifiche delle province con il migliore contesto di vita per bambini, giovani e anziani. Bergamo 12esima per quanto riguarda i più piccoli, 44esima per i giovani, scende al 64esimo posto per gli anziani.

Tre nuovi indici «generazionali», tre nuove classifiche con Il Sole 24 ore che analizza il benessere di bambini, giovani e anziani. Sul podio ci sono Cagliari per il benessere dei bambini, Ravenna per i giovani e Trento per gli over 65. Bergamo è nelle tre classifiche rispettivamente 12esima, 44esima e 64esima.

Se per parlare di benessere in generale bisognerà aspettare la tradizionale classifica di fine anno, nel frattempo le tre nuove classifiche «generazionali» (ciascuna composta da 12 parametri) misurano con i numeri la vivibilità dei territorio per bambini, giovani e anziani. Gli indicatori sono stati selezionati per evidenziare particolari aspetti che influenzano la qualità della loro vita. Ad ogni parametro è stato poi assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1000 a 0. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti. Ne emerge un quadro nel quale, da Nord a Sud, i divari territoriali assumono purtroppo anche contorni generazionali.

Bergamo: le classifiche
Per quanto riguarda la qualità della vita dei bambini, la nostra provincia è 12esima con un secondo posto per quanto riguarda l’accessibilità degli edifici scolastici: è sul secondo gradino del podio dopo Aosta e prima di Macerata.Con i giovani va un po’ meno bene e Bergamo è 44esima con però un ottimo terzo posto in campo lavorativo. Dopo Pordenone e Bolzano, è infatti la nostra provincia che ha un tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 29 anni) che si ferma al 7,8 per cento. E la Terza età? Bergamo è al 64esimo posto e all’ultimo posto per quanto riguarda la speranza di vita a 65 anni.

Sud sul fondo, tre le province capofila
Mentre si conferma il ritardo generale del Mezzogiorno che nelle tre graduatorie popola quasi sempre il fondo delle graduatorie, è confrontando i singoli indicatori che si scoprono realtà locali complesse e sfaccettate. Basta fare alcuni esempi sulle tre province capofila. Cagliari, ad esempio, primeggia per numero di pediatri attivi e offre uno dei rapporti migliori tra retta dell’asilo nido e reddito medio dichiarato, offrendo il posto al 27% dei bambini da 0 a 3 anni. Ma scende al 71° posto (sul totale delle 107 province) per qualità della vita dei giovani e al 25° per gli anziani. Tuttavia, nella stessa provincia i residenti sotto i 10 anni sono diminuiti del 14% negli ultimi cinque anni, mentre è cresciuta (+11%) la popolazione anziana. Ravenna e Trento, invece, sembrano unire diverse generazioni: entrambe, oltre ad essere rispettivamente in cima alle categorie giovani e anziani, si piazzano nella top ten anche delle altre due categorie. E negli ultimi cinque anni, in queste due province, la popolazione giovane, tra i 18 e i 35 anni, risulta in crescita, seppur lieve.

Male le aree metropolitane
Nelle tre top ten, inoltre, pesa la quasi totale assenza delle grandi aree metropolitane, ad eccezione di Bologna (già prima per la Qualità della vita 2020) che guadagna l’ottavo posto per benessere dei giovani e il quinto per gli anziani. Milano e Roma appaiono solo nella top ten dedicata agli over 65 (rispettivamente in 10° e in 8° posizione), trainate dagli importi medi delle pensioni. Per i bambini, invece, si piazzano rispettivamente 42a e 18a, penalizzate dal ridotto spazio abitativo (a Milano 50 mq in media per famiglia) e sprofondano al 76° e 106° posto per i giovani, anche a causa delle difficoltà di accesso alla casa ben rappresentate dagli affitti troppo elevati (la cui incidenza a Roma supera il 60% sul reddito medio dichiarato). Male per i giovani anche Napoli (103a), dove si aggiungono le performance negative nel tasso di disoccupazione giovanile e nella minore incidenza di laureati.

Le curiosità
La pandemia ha poi fatto esplodere le disuguaglianze, a volte anche i conflitti generazionali, così come le lacune di alcuni territori. Colpisce il numero medio di studenti per classe, che varia dai 14 di Trieste ai 25 di Parma. A conferma delle crescenti difficoltà per i giovani che vogliono mettere su famiglia, inoltre, il quoziente di nuzialità (più elevato a Bolzano, 3,2 ogni mille residenti) nel 2020 è crollato a causa delle restrizioni imposte per contenere i contagi. L’età media della madre al parto del primo figlio, infine, è risultata ovunque superiore ai 30 anni (la più bassa a Siracusa, 30,7 anni).

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