Bimbi dimenticati in automobile
L’app salvavita è di due trevigliesi

«A prova di nonno», la definiscono scherzosamente loro. E in effetti l’utilizzo è quantomeno intuitivo. Di certo lo scopo è nobile: evitare il drammatico fenomeno dell’abbandono di neonati e bimbi sui seggioloni delle auto quando mamma e papà vanno al lavoro e, presi da chissà quale pensiero, non si ricordano di passare dal nido o dall’asilo.

In loro aiuto arriva la tecnologia e in particolare una app inventata da due trevigliesi, Tommaso Ferrari e Alessandro Pirovano, 37 e 42 anni, co-fondatori di «Altolabs», società che ha sede negli uffici del «Coworking» di viale Aldo Moro, lo spazio di lavoro condiviso del Pip1 di Treviglio. L’app da loro inventata ha un nome emblematico: «In buone mani». E «Risorsa sociale Gera d’Adda», l’azienda consortile dell’Ambito di Treviglio, l’ha finanziata e adottata: così già 7 asili, privati o comunali, del territorio (a Treviglio, Arcene, Calvenzano e Fara d’Adda) l’hanno già in uso.

«Altri potranno farlo, fino a fine anno, in maniera gratuita e stiamo già ricevendo diverse richieste – spiega Ferrari –. In seguito i costi saranno comunque limitati: 99 euro l’anno complessivi per i micronidi con meno di 10 bimbi e un euro al mese per ciascun bimbo delle strutture più grosse». In effetti poco se si pensa allo scopo dell’app, realizzata sia per dispositivi Apple che Android: «Tutto è cominciato l’anno scorso – aggiunge Ferrari –, a seguito dell’ennesimo caso di cronaca di un bambino lasciato in auto, con drammatiche conseguenze. Abbiamo così creato una prima app, tuttora disponibile e gratuita a tutti, che si chiama semplicemente “Ricorda il bimbo”. Una volta scaricata, si indica il proprio luogo di lavoro ed eventualmente altri tre luoghi specifici. Ogni volta che si arriverà lì, lo smartphone manderà uno specifico avviso. È la prima app del genere che funziona anche quando è stata chiusa: impossibile dunque dimenticarsi».

Da lì è nata l’idea della nuova app, destinata invece agli asili nido e alle scuole materne. «In buone mani» ha due versioni: una per la scuola e le maestre e l’altra per i genitori. In pratica, la maestra vede sul proprio cellulare (o sul tablet) l’elenco dei bimbi e, facendo l’appello, segna chi è presente e chi no. Ai genitori di questi ultimi arriva immediatamente un avviso sul proprio cellulare: «Attenzione, Marco (o il nome del figlio) risulta assente all’appello». Al che, papà e mamma possono cliccare su «È in buone mani» se lo hanno lasciato dai nonni, oppure se è rimasto a casa perché malato o per altri motivi. Nel caso peggiore possono invece rendersi conto in tempo reale di averlo dimenticato in macchina. L’avviso che il bimbo è «in buone mani» arriva subito al tablet della maestra, che lo registra e si mette il cuore in pace. Impossibile, invece, avvertire il nido il giorno prima che il proprio figlio l’indomani non ci sarà: «Una scelta voluta, perché a volte si può cambiare idea all’ultimo o quant’altro – spiega ancora l’ideatore –: l’app è volutamente di uso quotidiano».

Questo riscontro immediato tra genitori (estendibile anche ai nonni: non serve alcuna registrazione, ma solo un codice «QR» univoco) e insegnanti è fondamentale di fronte a situazioni potenzialmente pericolose per i bimbi lasciati in auto, per i quali ogni minuto diventa prezioso.

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