Boccaleone, addio a Beppe Fenili
Una vita per il quartiere e il volontariato

Si è spento a 70 anni in Germania dov’era ricoverato per il virus. Anima del quartiere, impegnato anche nell’Azione cattolica e in politica.

Il suo cuore grande, colmo di generosità, s’è spento così lontano da casa, dalla sua amata Boccaleone. Giuseppe Fenili, per tutti Beppe, anima di mille iniziative, dal quartiere alla parrocchia, dall’Azione cattolica alla politica cittadina, è spirato ieri mattina in Germania, dove era stato trasferito all’aggravarsi della malattia, nel pieno dell’epidemia. Avrebbe compiuto 71 anni a ottobre, lascia la moglie Laura e i figli Alberto, Sara e Benedetta.

E lascia un vuoto grande in città, nei tanti ambienti in cui ha seminato il suo impegno nel corso degli anni. «Si è sempre prodigato per la nostra comunità, per il bene del quartiere – lo ricorda don Giuseppe Rossi, parroco di Boccaleone –. Un uomo sempre disponibile e generoso, con interessi importanti, sia nell’impegno civile sia nell’impegno di fede. Perdo un amico sincero, un compagno di viaggio». Nella biografia di Fenili – da alcuni anni in pensione, prima impiegato per il Cnr – scorre l’intreccio generoso tra la vocazione civica e quella del cattolicesimo sociale. Presidente di circoscrizione e poi consigliere comunale a Palazzo Frizzoni a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ai tempi della Democrazia cristiana, ha poi saputo tenere viva la passione più genuina per la politica seguendo la traiettoria di Popolari, Margherita, Partito democratico. «Ci siamo conosciuti negli anni Ottanta, eravamo entrambi nella Dc. È stato un amico veramente sincero, buono di natura, disponibile. Generoso, leale. Sono sconvolta da questa perdita – sospira commossa Ebe Sorti Ravasio, vicesindaco durante il mandato di Roberto Bruni, inseparabile amica di Fenili in particolare nell’impegno politico –. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, non l’ho mai sentito parlar male di nessuno. Ha saputo dedicarsi al volontariato con grande animo e positività: credeva davvero in ciò che faceva». «Un dolore straziante, che ho condiviso con Marco Brembilla e con Ebe Sorti Ravasio appena giunta la notizia – è il ricordo commosso anche di Giovanni Sanga, presidente di Sacbo, già vicesindaco di Bergamo e deputato Pd –. Abbiamo fatto un lungo percorso insieme, nel partito, nelle istituzioni, nel sociale. È stato un uomo molto rigoroso, ma al tempo stesso una persona molto gradevole, simpatica, positiva. E soprattutto appassionata della vita e dell’impegno, capace di lasciare un segno profondo. L’ultimo nostro incontro risale a pochi mesi fa, per ragionare della situazione politica: ricordo vivamente il suo appassionato ragionamento e la sua preoccupazione per le persone più fragili».

Per Boccaleone, Fenili c’era sempre. Tessitore di dialogo, instancabile sentinella del territorio. «Sono molto dispiaciuto per questa perdita – è il pensiero di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo –. In questi anni siamo stati molto in contatto per il quartiere, si era sviluppata anche una bella amicizia al di là dei ruoli. È stato davvero dentro la vita del quartiere e della città: un esempio vero di cittadinanza attiva, coniugata anche con una importante dimensione spirituale. Perdiamo una persona di grande spessore, il mio abbraccio va alla famiglia».

Fenili è stato anche uno dei pilastri dell’Azione cattolica. Per diversi mandati consigliere diocesano, da alcuni anni era il direttore della Casa Stella Mattutina a Rota d’Imagna. «Impossibile conteggiare le ore di puro volontariato che ci ha dedicato – riflette Paola Massi, presidente diocesana dell’Azione cattolica –. Gli saremo eternamente riconoscenti: ha saputo fare di quell’edificio un luogo di fraternità, spiritualità, formazione. Era la sua seconda casa. Beppe aveva un cuore grande che esprimeva con cordialità sincera e schietta, un uomo della mediazione che sapeva gestire ogni cosa in modo sapiente. Gioiva nel rendere felici gli altri, abbracciava con lo sguardo. Per noi sarà insostituibile. Non solo per l’impegno: anche per lo stile».

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