Bonate Sopra: Leonardo ha fretta, il nonno si improvvisa «levatrice»

Francesco Altieri, soccorritore Cri ha aiutato la figlia nel parto in casa: tutti in salute. «Una serata difficile ma bellissima».

Divenire alla luce in un ospedale non ne voleva sapere. Forse per la serata umida, per via dei clamori della partita dell’Atlanta, Leonardo ha preferito nascere in casa. Finendo tra le braccia di una «levatrice» speciale, il nonno Francesco Altieri.

Adesso il piccolo Leonardo e la mamma Ilaria, che stanno bene, sono ricoverati nel reparto di ostetricia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII.

Tutto è accaduto martedì verso le 21 nella frazione Ghiaie di Bonate Sopra, in via Sandro Pertini. Nonno Francesco, di origine milanese, ma residente a Cerro di Bottanuco, non è nuovo alle situazioni di emergenza: è volontario soccorritore della Croce Rossa di Capriate San Gervasio.

«È stata una serata difficile ma bella - afferma - perché il mio nipotino Leonardo è nato nelle mie mani. Mia figlia Ilaria durante il periodo di gravidanza è stata seguita dal personale dell’ospedale Niguarda di Milano, poiché per problemi cardiaci era stata curata in quella struttura ospedaliera. Proprio martedì mattina abbiamo portato Ilaria all’ospedale milanese perché aveva dolori e volevamo sapere se doveva essere ricoverata per il parto, visto poiché era arrivata al termine della gravidanza».

Mamma Ilaria è stata sottoposta a esami e nel pomeriggio il personale medico ha deciso di non ricoverarla perché era ancora presto per il parto. Ritornata a casa con il marito Omar, ha iniziato ad avvertire un po’ di dolori, ma è rimasta tranquilla sino a sera.

«Verso le 20 mi ha telefonato dicendomi che i dolori erano forti - racconta nonno Francesco -. Immediatamente ho raggiunto casa sua: lei era a letto in stato di travaglio,e aveva vicino il marito. Il tempo di chiederle qualche informazione sul suo stato clinico e c’è stata un’accelerazione improvvisa e ho visto i capelli neri del nascituro. Immediatamente ho detto a mio genero di chiamare il 112. Sudavo freddo: ho ricordato però le nozioni apprese sui parti durante i corsi Cri e mi sono fatto coraggio. Munito di guanti, ho preso la testolina del nascituro e sono riuscito a liberarla dal cordone ombelicale che si era attorcigliato. Poi il bimbo è venuto completamente alla luce e subito l’ho appoggiato sul petto di mia figlia. Qualche attimo dopo è arrivata l’ambulanza infermierizzata da Ponte San Pietro e l’ambulanza Cri di Bergamo che hanno prestato le idonee cure al neonato e alla mamma. Tutti e due sono portati all’Ospedale Papa Giovanni».

Il neo nonno era ancora un po’ scosso, ma felice di aver partecipato in prima persona al parto della figlia: «Credo che in quella delicata situazione qualcuno dall’alto ha aiutato me e mia figlia. Sono stati momenti difficili e di tensione ma è stata un’esperienza bellissima. Devo dire che mi è servita un po’ l’esperienza di soccorritore Cri e la preparazione acquisita grazie ai corsi che periodicamente frequentiamo con bravi docenti, che voglio ringraziare».

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