Comuni al voto, sfuma l’ipotesi del terzo mandato

Tramonta, per questa tornata, l’ipotesi di «prolungamento» per chi ha già alle spalle 10 anni da sindaco. In Parlamento non ci sono i tempi in vista delle «Amministrative» di ottobre». L’invito: «Se ne parli per il futuro».

Le chance erano già al lumicino, ma nella serata di mercoledì,alla vigilia del Consiglio dei ministri, sembravano aver ripreso leggermente quota, con indiscrezioni sul fatto che il provvedimento fosse ancora al vaglio del governo. Ieri invece, proprio da fonti governative, seppur informali, sarebbe arrivata la conferma: per il terzo mandato per i sindaci dei Comuni tra i tremila e i quindicimila abitanti si richiede un provvedimento che passi dal Parlamento. E sebbene dei progetti di legge che vanno in questa direzione siano già depositati, a oggi non ci sono i tempi tecnici per arrivare all’approvazione, tanto più che le elezioni sono ormai state indette (per domenica 3 e lunedì 4 ottobre) ed è scattato il conto alla rovescia per la presentazione delle liste, entro mezzogiorno del 4 settembre. Rimane quindi delusa, almeno per questa tornata, l’istanza dell’Anci, che aveva chiesto con forza questa possibilità, sia evidenziando come altre cariche elettive (dal parlamentare al consigliere regionale) non abbiano un limite di mandati, sia sottolineando come potesse essere una misura «tampone» per far fronte alla crescente difficoltà di individuare candidati per il ruolo di primo cittadino.

«Quel che conta, al di là di come è andata per ora, è che si capisca che questa possibilità è importante per i Comuni, e che la discussione possa proseguire», commenta a caldo Stefano Locatelli, vicepresidente nazionale dell’Anci e sindaco leghista di Chiuduno. Proprio lui tra l’altro, in scadenza di secondo mandato, sarebbe stato tra i sindaci potenzialmente interessati dalla riforma. «Siamo un gruppo che lavora insieme da dieci anni, non ci sono problemi per il passaggio di consegne: presto presenteremo il nostro candidato sindaco, nel segno della continuità», dice.

Reazione simile da Marco Milesi, primo cittadino (Pd) di San Giovanni Bianco: «Il nostro gruppo è pronto, si attendeva l’esito di questa decisione per capire chi sarebbe stato il candidato sindaco. Ora il lavoro va avanti». Al di là della situazione del Comune brembano, rileva Milesi, «il terzo mandato sarebbe stato un’opportunità per mettere una toppa a una situazione sempre più critica, con sempre meno persone che si mettono a disposizione per ricoprire ruoli amministrativi».

Un problema che, secondo l’Anci, richiederà una risposta organica, che investa tra l’altro anche i temi delle responsabilità e delle indennità di chi ricopre incarichi nei Comuni. L’obiettivo dunque è che ora la discussione prosegua, in modo più ampio, nell’ambito della riforma del Testo unico sugli enti locali.

La Provincia

Incontrerà presto il suo gruppo per decidere il da farsi («ne stiamo già parlando») Gianfranco Gafforelli, sindaco di Calcinate e presidente della Provincia: per lui l’impossibilità del terzo mandato significa anche la decadenza – anticipata di un anno rispetto alla naturale scadenza – dalla guida di Via Tasso. Rimarrà comunque in carica in Provincia fino alle elezioni, che dovranno essere convocate entro 60 giorni dalla proclamazione degli eletti della tornata amministrativa di ottobre.

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