Consegne a domicilio, anche da ignari corrieri
La nuova obbligata frontiera dello spaccio

Come avviene lo spaccio di droga durante il lockdown? Per rispondere a questa domanda, va innanzitutto spiegato che il fenomeno è tutt’altro che sparito.

Di certo chi assume droga non si è disintossicato nel giro di qualche settimana e tantomeno chi la vende ha rinunciato ai lauti guadagni illegali che questo mercato criminale frutta anche nella Bergamasca. Semplicemente è cambiata la modalità di spaccio. «Accanto alle consuete attività di spaccio, che si sono ridotte ma che registriamo comunque ancora – spiega il questore Maurizio Auriemma –, una buona fetta dello stupefacente viene ora commerciata on line, tramite internet, su siti pirata, per essere poi la dose consegnata direttamente a domicilio come sta avvenendo in questo periodo anche per tanti altri prodotti del tutto invece legali. E può anche capitare che a portare la droga siano ignari corrieri, inconsapevoli di quanto possa contenere il pacco che devono portare al tale indirizzo».

Tra marzo e aprile le denunce per spaccio sono state quest’anno 61, praticamente una al giorno. L’anno scorso, nello stesso periodo ma senza lockdown, il numero era superiore, ma non di molto: 87. La diminuzione è stata del 30%, ma chi contrasta il fenomeno ritiene che questo calo non corrisponda nella realtà a un’effettiva diminuzione della compravendita di stupefacente. Il lockdown non ha fatto altro che incentivare ulteriormente lo spaccio virtuale, nel cosiddetto «dark web», l’area «oscura» e incontrollata di internet. Dove esistono siti che vengono droga, ma anche armi, quali fossero normali prodotti, elencati come nei supermercati virtuali. E anche il contrasto ora si sta concentrando da quelle parti.

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