Covid, da febbraio a inizio aprile 179 decessi nella Bergamasca

Ancora troppi decessi per coronavirus. Da febbraio a lunedì 5 aprile in tutta la Lombardia si sono contate 4.117 vittime del Covid, 179 delle quali in provincia di Bergamo.

Dietro le linee tratteggiate dalle curve e dietro la sequela di numeri ci sono sempre vite, biografie, storie. Tante e troppe, seppur meno delle ondate precedenti. Anche a questo giro, il tributo umano pagato dalla Lombardia e dalla Bergamasca resta pesante: da febbraio a lunedì 5 aprile in tutta la Regione si sono contate 4.117 vittime del Covid, 179 delle quali in provincia di Bergamo.

Quelli lasciati alle spalle sono i giorni più tragici, in cui anche la parabola dei decessi ha toccato il picco, e raccontano due scenari diversi. Uno, regionale, indica che rispetto a novembre – apice della recrudescenza autunnale del Sars-CoV-2 – questa volta si sono contenute le vite spezzate; l’altro, locale, dice viceversa che in terra orobica la nuova fase epidemica è stata più pesante che in autunno.

I due scenari

Altri numeri in fila, partendo da Bergamo. È soprattutto a marzo che si leggono gli effetti del ritorno del Covid. Tra 1 e 15 febbraio, infatti, in Bergamasca si sono contate 20 vittime per il coronavirus, e altre 22 tra 16 e 28 febbraio. Dal 1° al 15 marzo, invece, le vittime diventano 47, e ne seguono 71 tra 16 e 31 marzo; nei primi cinque giorni di aprile, invece, i decessi per Covid sono stati 19. La media mobile – indicatore che attribuisce a ogni giorno un valore che è la media dei sette giorni precedenti, anestetizzando oscillazioni «casuali» – permette di ricostruire l’andamento del ciclo del virus. Il picco dei contagi in Bergamasca è arrivato il 13 marzo, quando la media mobile ha toccato 348 nuovi casi quotidiani; il picco dell’ondata autunnale era stato invece il 10 novembre, con una media mobile di 274 nuovi casi giornalieri.

Il vertice di decessi – sempre guardando alla media mobile – si è toccato il 1° aprile, quel giorno la curva è giunta a quota 6 vite spezzate in 24 ore; in autunno la parabola più tragica al massimo s’è alzata a una media mobile di 5 decessi giornalieri, raggiunta per la prima volta il 30 novembre: l’intervallo tra i picchi delle due curve – quella dei contagi e quella dei decessi – è stato sostanzialmente il medesimo.

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