Covid. «Il picco non è ancora arrivato. Dopo le feste una nuova ondata»

Per Enrico Bombana (Bergamo Est) i prossimi giorni saranno decisivi: «Per capire se Omicron è meno aggressiva servono altri studi scientifici».

I numeri sono esorbitanti. Si oscilla sui 20mila positivi in una settimana nella Bergamasca, sono più di 200 i pazienti ricoverati e sono stati aggiunti nuovi posti per i malati Covid. «Abbiamo aperto un reparto di 30 posti letto ad Alzano, e siamo sempre pieni tra pazienti che entrano e pazienti dimessi – sottolinea Enrico Bombana, infettivologo dell’Asst Bergamo Est -. Apriremo altri posti letto, dipenderà dall’evoluzione dell’epidemia e dalle necessità. In questo momento il numero dei positivi non corrisponde a quello dei ricoverati, perché molti positivi risultano tra i vaccinati e con pochi sintomi che non necessitano di ricovero. Se consideriamo una media di 5-6 giorni di tempo di incubazione del virus, dall’Epifania in poi vedremo una nuova ondata e picco di casi legati alle festività di Capodanno, con molti che si sono si riuniti nelle case alla luce dei divieti di andare nelle piazze».

Ma la variante Omicron incide in modo decisivo sull’aumento dei contagi?

«È probabile che in poche settimane questa variante prenderà il sopravvento sulle altre. Noi ci rivolgiamo all’Istituto Mario Negri per la genotipizzazione e i dati al momento disponibili ci dicono che l’Omicron non è stata tipizzata nei pazienti ricoverati. Ma in meno di una settimana siamo passati da 10 a 30 ricoverati e sono in corso tipizzazioni di nuovi ricoverati».

Quali sono le caratteristiche di questa variante?

«Servono conferme di lavori scientifici: la variante Omicron sembrerebbe dare meno quadri sintomatici o peggiorativi rispetto alle varianti precedenti. Ma gli studi precedenti cadevano su popolazioni non vaccinate, mentre la variante Omicron impatta la sua forza di trasmissione su una popolazione vaccinata, in gran parte con due o tre dosi. Pertanto il raffronto con il quadro sintomatologico lo potremo fare in modo compiuto tra qualche mese, quando andremo a valutare e comparare i pazienti ricoverati per Covid non vaccinati con quelli Covid che non avevano il vaccino perché non c’era, confrontando così i quadri clinici. Allora si potrà valutare l’impatto con il confronto di due popolazioni omogenee, quindi un dato scientifico. La Omicron arriva nella Bergamasca dove sussiste un 92% di popolazione vaccinata, per questo si riscontrano pochi sintomi grazie anche a molti anticorpi sviluppati. Le varianti precedenti invece si insinuavano in popolazioni senza anticorpi e senza vaccino. Quest’anno abbiamo il “cappotto” del vaccino, per questo si sente “meno freddo”».

Quali sono i sintomi dell’Omicron?

«Sembra una classica influenza. Nella popolazione vaccinata nella maggior parte i sintomi sono due-tre giorni di febbre, i classici segni delle alte vie respiratorie (raffreddore, starnuti, lieve tosse, dolori muscolari correlati alla febbre). È come se la variante andasse a stimolare il nostro sistema immunitario che risponde con febbre e dolori muscolari, perché sta producendo anticorpi. Nella popolazione non vaccinata l’andamento è quello delle polmoniti virali che vedevamo in altri periodi, quando non c’era il vaccino. Quasi tutti i pazienti oggi ricoverati in Terapia intensiva o con caschi Cpap non sono vaccinati».

L’Omicron è quindi più contagiosa e meno aggressiva?

«Sì, ma ripeto: il riferimento deve essere fatto su una popolazione che rappresenta un campione diverso rispetto ai mesi precedenti. Alla fine di questa ondata, quando apriremo le cartelle dei pazienti non vaccinati con i dati su tassi di mortalità, età, giorni di degenza in Terapia intensiva e altro, si potrà dire se la variante Omicron sulla popolazione sia stata più contagiosa ma con quadri clinici meno impegnativi o se si sia comportata come altre varianti e virus in circolazione».

I vaccini e la giovane età dei positivi aiutano a contenere la virulenza del Covid?

«I vaccini aiutano tutti, sia i giovani che manifestano ridotta sintomatologia, sia gli anziani su cui il Covid ha un peso maggiore perché va a peggiorare patologie di base. Da noi le uniche 4 persone decedute erano non vaccinati, soggetti anziani con una patologia di base aggravata dalla sintomatologia Covid. È evidente che questo virus peggiori il quadro polmonare nei soggetti più fragili e quindi si paga dazio in termini di rischio».

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