Festa dell’Apparizione in Santa Caterina, il vescovo: verso un futuro di speranza

Il vescovo di Bergamo alla processione per l’Addolorata: «Non dobbiamo lasciarci paralizzare dalla paura del contagio, da incertezze economiche, insicurezza. Comunità cristiana e città devono coltivare il sentire comune, per proiettarci verso un futuro di speranza».

«Guardando L’Addolorata vogliamo aprire le fessure del muro dell’indifferenza. Non facciamoci rubare la speranza. Non dobbiamo lasciarci paralizzare dalla paura del contagio, da incertezze economiche, insicurezza. Comunità cristiana e città devono coltivare il sentire comune, per proiettarci verso un futuro di speranza». È l’appello lanciato dal vescovo Francesco Beschi, nella serata di mercoledì 18 agosto al termine della processione che ha concluso la festa dell’Apparizione nel santuario dell’Addolorata in Borgo Santa Caterina. Erano presenti il sindaco Giorgio Gori, il presidente del Consiglio comunale Ferruccio Rota, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli e Simona D’Alba, sindaco di Pedrengo, paese legato al santuario per un voto emesso nel 1600 durante una pestilenza. .

Nel tardo pomeriggio la Messa solenne presieduta dal vescovo, che all’omelia ha commentato la scena di Maria ai piedi della Croce. «La Madre non fugge, ma esprime compassione materna. È anche una caratteristica della comunità cristiana che la testimonia al mondo».

Dopo i Vespri solenni, la processione serale, partita dal santuario fino allo slargo dell’Accademia Carrara senza nessuna sosta, snodandosi nel rispetto delle norme anticovid. Bellissimo il colpo d’occhio sulla via, con le finestre addobbate, le luminarie, le preghiere e le musiche della banda di Almenno San Salvatore. Quando la processione è giunta allo slargo, il bellissimo simulacro seicentesco dell’Addolorata, che solitamente procede per ultimo, è stato fatto girare e posto davanti nel ritorno della processione per indicare visivamente che Maria ci precede nel cammino verso un futuro di speranza, soprattutto in questi tempi di pandemia non ancora debellata.

La processione serale

Davanti alla colonna dell’Addolorata, una breve riflessione del prevosto monsignor Pasquale Pezzoli. «La nostra processione vuole essere come un fiume in piena di speranza, portata da Maria nei campi aridi della città e del mondo, soprattutto dove c’è deserto e quindi maggiore sete di speranza».

È seguito l’intervento del vescovo. «Camminando — ha esordito — ho avvertito il sentimento di tanti, cioè non soltanto la gioia di poter riproporre la processione, ma anche la commozione che è la somma di tanti sentimenti. La presenza di persone di tutte le età, e anche di non poche in carrozzella, sono un segno che ci raccoglie attorno all’immagine dell’Addolorata, che esprime una storia e una speranza. Questa processione è come avesse percorso tutta la città. La processione non è ostentazione, ma ostensione di un segno di speranza. Infatti, l’immagine dell’Addolorata evoca il dolore, ma anche la speranza».

La città di Bergamo ha tutte le energie per riprendere il cammino. «La nostra città — ha aggiunto il vescovo — ha condiviso i dolori della pandemia, ma ha saputo coltivare il sentire comune e trovare energie interiori per trasformare il dolore in disposizione all’amore. Dobbiamo respingere la tentazione di uscirne da soli. Nell’Addolorata amo vedere una Chiesa e una comunità cristiana capaci di condividere il dolore di tutti, come è avvenuto in questi mesi, e, con fede, speranza e carità, trasformare il dolore in amore, compassione, generosità, condivisione, accoglienza».

L’omaggio floreale dei Vigili del fuoco

La giornata ha visto fin dalle prime ore l’afflusso ininterrotto di fedeli. A metà mattina si è tenuto l’omaggio floreale alla colonna seicentesca dell’Addolorata da parte dei vigili del fuoco del Comando provinciale di via Codussi che da una scala di un’autopompa hanno collocato un omaggio floreale al suono di una sirena .

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