Il Covid pesa ancora: nel 2021 primo aiuto a 2.100 famiglie

Il sostegno chiesto allo sportello «Pass». Durante l’anno precedente i nuclei erano stati 4.100. Aperte le domande per i nuovi bonus spesa-affitto.

Il Covid pesa ancora sulle famiglie. Oltre all’aspetto sanitario, persiste il risvolto sociale della pandemia. Lo sa bene l’assessore alle Politiche sociali Marcella Messina, che snocciola i dati: «Se nel 2020, anno dell’emergenza, sono stati 4.100 i cittadini che si sono rivolti al Pass, lo sportello di prima accoglienza di via San Lazzaro, nel 2021, a oggi, contiamo già più di 2.100 contatti, persone che arrivano ai servizi per trovare una prima risposta ai loro problemi e fatiche, un primo orientamento su come affrontarli». Palafrizzoni non abbassa la guardia, memore degli oltre 6 mila nuclei familiari intercettati nel periodo pandemico, la maggior parte prima non noti ai servizi. Sono aumentate le situazioni di fragilità e vulnerabilità, che si aggiungono a quelle croniche. Per il sostegno alle famiglie in difficoltà con bollette, spesa e affitto il governo ha assegnato al Comune ulteriori 506 mila euro: la finestra per le domande (solo in via telematica) si è aperta il 23 settembre (il link sul sito di Palafrizzoni) e durerà fino al 18 novembre. Una complessità di bisogni di fronte alla quale «il sistema ha retto, offrendo sostegno, aiuti e cura, ma che di sicuro ci interroga su come rivedere l’organizzazione dell’assetto e i suoi tempi».

I quartieri

Per l’assessore Messina, infatti, l’ora è matura per un cambio di paradigma: «L’aumento della domanda di servizi sociali richiede sicuramente l’investimento di risorse economiche, ma anche il passaggio a un metodo più generativo, attivando il protagonismo dei territori e anche di chi vive dentro le stesse situazioni problematiche». Decentramento e multidisciplinarità sono quindi i binari sempre più necessari «per l’economicità, efficienza ed efficacia dei servizi». Gli sportelli nei quartieri (il prossimo ad aprire sarà a Redona) con orari flessibili ed equipe integrate (assistente sociale, tutor educativo e, elemento innovativo, il mediatore culturale) sono uno dei capisaldi dell’azione dell’amministrazione sul fronte sociale. «Il lavoro con le realtà territoriali è fondamentale – è infatti convinta l’assessore Messina –: più si attiva la comunità, più si migliorano i servizi. Una delle eredità positive della pandemia è stata proprio la rete che si è messa in moto tra Comune, volontari, parrocchie, associazioni, Caritas, terzo settore, scuole, gruppi sportivi. Ma anche la collaborazione tra pubblico e realtà private. Sono aspetti che vanno potenziati in modo da essere sempre più capillari. Così si evitano anche sovrapposizioni nell’offerta e che chi riceve gli aiuti non si smarchi mai, dando invece una chance di recupero dell’autonomia».

Le aree

La pandemia ha certo richiesto uno sforzo extra, «ma già l’ordinarietà del Comune ha numeri significativi», ricorda l’assessore Messina, attenta a far notare come dietro alle cifre nude e crude ci siano storie con volti e nomi: adulti soli, adulti senza lavoro, adulti che soffrono di dipendenze, famiglie con disabili, minori che vivono in famiglie condizioni di abuso, donne maltrattate.

«Attualmente – ecco i dati – il Servizio minori e famiglia segue 1.650 minori; mille gli anziani in carico; 492 i disabili; 373 gli adulti fragili seguiti dall’area adulti e prossimità; 107 gli stranieri che hanno ricevuto aiuto e indicazioni per la sistemazione delle pratiche necessarie per la regolarizzazione della loro posizione o per accedere ad altri servizi; 960 i cittadini che nel 2020 sono stati assistiti dallo sportello di prossimità; 396 le pratiche di idoneità alloggiativa nel 2020. A cui vanno aggiunti gli oltre mille utenti del Reddito di cittadinanza e coloro che vengono seguiti su progettualità specifiche e personalizzate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA