Il Grand hotel di San Pellegrino, concluso il restauro da 18 milioni di euro - Foto

Il maestoso lampadario torna ad accogliere gli ospiti: è il simbolo di una prima rinascita per il Grand hotel di San Pellegrino, inaugurato nel 1904, chiuso dal 1978 e monumento liberty nazionale.

Dopo cinque anni di lavori (con ritardi dovuti alla pandemia) grazie a 18,650 milioni di euro (fondi statali) la Intercantieri Vittadello di Padova ha concluso il restauro del piano rialzato, quello di ingresso allo storico albergo che per decenni ospitò reali, generali, poeti e calciatori.

A nuovo i grandi saloni, la tappezzeria, le decorazioni, i pavimenti in parquet che sono stati recuperati all’originale, grandi lampadari. Con i fondi a disposizione si è provveduto anche al consolidamento della struttura e al rifacimento delle cucine. In questi giorni l’impresa sta provvedendo alla rimozione delle impalcature e allo smantellamento del cantiere.

Quattro società interessate

Ma i lavori che restano da fare al Grand Hotel sono ancora tanti. E un nuovo cantiere, dopo quello appena concluso ma anche dopo il recupero delle facciate avvenuto già da alcuni anni, è pronto a partire: si tratta della sistemazione di tutta l’area esterna, recinzioni, giardino, un piccolo parcheggio, con lavori che partiranno il prossimo 7 giugno per concludersi dopo sei mesi, per 700 mila euro.

Nel frattempo il Comune (proprietario dello storico edificio) è ancora alla ricerca di chi possa completare il recupero (ad albergo servono ancora circa 25 milioni di euro) e gestire, quanto meno partendo dal solo piano terra.

L’ultimo bando a febbraio per completare i lavori è andato deserto. Nei mesi scorsi erano state quattro le società dimostratesi interessate al recupero e alla successiva gestione, tra cui «QC Terme» di Quadrio Curzio, gestore della Spa di Percassi a San Pellegrino. Ma al momento della gara nessuno si era presentato. Si è trattata dell’ennesima «frenata» alla rinascita della struttura, dopo una manifestazione di interesse e una gara con scadenza prorogata più volte.

«A fine giugno pensiamo di riproporre ancora un bando per completamento e gestione (a disposizione ci sono anche tre milioni di euro dalla Regione, ndr) - spiega il sindaco Vittorio Milesi - . Purtroppo la pandemia e lo stop al mercato ha fermato un’operazione che ormai sembrava fatta: i privati pronti a investire c’erano. Ora, anche su consiglio degli operatori del mercato, proporremo un nuovo bando con scadenza intorno a settembre, nell’auspicio che, finita l’emergenza sanitaria, torni interesse anche per questo tipo di investimenti».

«Valuteremo poi in autunno la disponibilità degli operatori. Diversamente cercheremo un gestore per il piano terra, ora concluso e utilizzabile». conclude il primo cittadino

Aprirà per le visite al pubblico

Quanto alla destinazione d’uso della struttura il Comune resta aperto a più soluzioni, da quella originaria alberghiera, ma anche per quella sanitaria (casa di riposo o struttura di ricerca universitaria), a quella scolastica alberghiera. Settimane fa il Comune aveva messo a disposizione il Grand Hotel per l’Università di Bergamo, in cerca di spazi distaccati. Ma al momento non sembrano esserci prospettive.

L’idea, comunque, visto che parte importante dei lavori è conclusa, è quella di trovare quanto meno alcune occasioni per riaprirlo al pubblico. Come già avveniva diversi anni orsono, quando, nonostante la chiusura dell’albergo il piano rialzato veniva utilizzato per le aste ed era quindi aperto al pubblico.

«Si sta pensando a visite guidate - continua Milesi - magari in occasione della Settimana del liberty, in programma a luglio. Ora un piano è tornato a splendere e lasciarlo di nuovo chiuso sarebbe un peccato». In attesa che si trovi qualcuno pronto a investire nel recupero totale del gioiello liberty.

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