La statua del Caravaggio di Manzù in aeroporto. Trasferito dal Palazzo della Provincia

Un biglietto da visita della città pensato per l’anno della Cultura. Ora il restauro, in dicembre la presentazione ufficiale. Iniziative per farlo conoscere

Il Caravaggio di Manzù ha traslocato. La monumentale opera in bronzo che raffigura il celebre pittore – un uomo seduto e pensieroso, con una canestra di frutta ai suoi piedi – ha lasciato il giardino del Palazzo della Provincia, in via Tasso, per approdare all’aeroporto di Orio al Serio. La statua, alta più di due metri, da mercoledì staziona fuori dallo scalo, tra le porte d’ingresso numero tre e quattro. Una volta scaricata dal camion che l’ha portata a Orio e liberata dall’imballaggio, è stata «nascosta» sotto una tenda bianca, in attesa che venga il momento della presentazione pubblica.

La Provincia di Bergamo, proprietaria dell’opera, ha accolto la proposta di Sacbo, società di gestione dell’aeroporto, di esporre la scultura di Manzù in uno dei luoghi più frequentati di tutta la Bergamasca. In migliaia la vedranno ogni giorno, entrando e uscendo dallo scalo. Un biglietto da visita pensato anche guardando al 2023, quando Bergamo e Brescia saranno Capitale italiana della Cultura. Il Caravaggio è stato concesso in comodato gratuito temporaneo per cinque anni, che diventeranno dieci se via Tasso nel frattempo non cambierà idea.

Al suo arrivo in aeroporto la scultura è stata affidata alle cure del restauratore Franco Blumer. È in buone condizioni ma ha bisogno di un intervento conservativo. Una volta ripulita verrà trattata con una sostanza protettiva, che la preserverà dai danni causati dagli agenti atmosferici. Attorno all’opera – del valore stimato di 600mila euro – saranno installati vetri antisfondamento alti più di un metro e l’area verrà presidiata da telecamere di videosorveglianza attive 24 ore su 24, sette giorni su sette.

L’idea di trasferire il Caravaggio in aeroporto ha origini lontane. In una lettera inviata al nostro giornale nel 2016 lo storico dell’arte Fernando Noris e il segretario generale della Fondazione Creberg Angelo Piazzoli proponevano un trasferimento delle opere di Manzù dal «Parco della Scultura», di fatto il giardino di via Tasso, in luoghi-simbolo del territorio, così che potessero essere viste da un maggior numero di persone. «Ci sembrava doveroso che le sculture di Manzù acquistate dalla Provincia potessero essere ammirate come meritavano – spiega Noris –. Mi fa piacere che il Caravaggio sia stato trasferito in aeroporto, è nel luogo giusto. Ora quest’opera che fa parte della produzione tardiva del maestro potrà essere vista da migliaia di persone. Suggerisco di trasferire al suo posto, al centro del giardino di via Tasso, il Cardinale, un’altra opera di grande bellezza un po’ sacrificata, e di lasciare le rimanenti tre sculture di Manzù dove sono; la Provincia negli ultimi tempi ha fatto molto per valorizzare il suo patrimonio artistico e merita di conservare la raccolta tra le mura del Palazzo».

La presentazione dell’opera del più noto artista bergamasco del Novecento nella sua nuova collocazione avverrà in dicembre e sarà affiancata da un corollario di iniziative che Sacbo rivelerà a tempo debito.

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