La Val Cavallina piange D’Alessio
Fu sindaco per 15 anni di Casazza

Lunedì mattina 7 dicembre, nella casa in paese dove risiedeva con la moglie Anna, è morto Francesco D’Alessio, 85 anni. Già da tempo, prima dell’arrivo dell’epidemia, versava in condizioni di salute difficili.

In un 2020 che ha inghiottito molta della memoria vivente di Casazza, la comunità ha perso un’altra delle sue pietre angolari. Lunedì mattina 7 dicembre, nella casa in paese dove risiedeva con la moglie Anna, è morto Francesco D’Alessio, 85 anni. Già da tempo, prima dell’arrivo dell’epidemia, versava in condizioni di salute difficili.

Le onorificenze e gli incarichi istituzionali ricevuti aiutano a farsi un’idea della percezione che la Val Cavallina, e non solo, ha avuto della sua opera di amministratore ed educatore. Fu insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana nel 1976, firmato dal presidente Giovanni Leone, e poi, nel 1990, anche di quello di Ufficiale, firmato dal presidente Francesco Cossiga. Fu, quindi, sindaco di Casazza, muovendosi in area democristiana, dal 1975 al 1990, consigliere provinciale per due mandati, dal 1999 al 2009, tra le fila di Forza Italia, e assessore alla Cultura nella Comunità montana della Val Cavallina negli stessi anni passati da sindaco. Però i riconoscimenti e i lavori, per quanto prestigiosi, non restituiscono da soli il carattere dell’uomo. Questo emerge meglio dalle parole di chi lo conosceva. «Era una persona squisita, gentile, armoniosa, di saldi valori morali – ricorda il figlio Emilio – e si faceva in quattro per risolvere i problemi della gente». «Francesco era sempre disponibile – sottolinea il sindaco di Gaverina Denis Flaccadori –, e pronto ad aiutare chiunque lo chiedesse».

Abbandonate le cariche, l’ex sindaco non aveva smesso di seguire da vicino il suo territorio. Le celebri cene annuali del gruppo di cui era l’anima, della «Gallinella», erano un vero e proprio raduno di amministratori e personalità di spicco della Val Cavallina: qualcosa come un laboratorio di collaborazione. «Le cene si sono tenute fino all’arrivo del Covid – spiega il sindaco di Casazza Sergio Zappella –, D’Alessio le organizzava con passione. Da quando ero diventato sindaco a Casazza, lui mi chiamava, mi incoraggiava. Era una persona che teneva moltissimo al nostro paese». Non poteva, del resto, essere altrimenti: la Val Cavallina, anche se non ci era nato, era casa sua. Originario di Nocera, si stabilì a Casazza da giovane e iniziò a svolgere il proprio servizio come professore supplente in diverse materie, per poi rivestire il ruolo di preside a Borgo di Terzo, nella stessa Casazza e a Endine: per un ventennio, generazioni di valcavallinesi si sono formati nella scuole che lui ha diretto «tutelando genitori e insegnanti – sottolinea ancora Emilio – per una formazione civile e morale dei ragazzi». Domani, alle 14.30, i funerali nella chiesa di Casazza.

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