Le violenze di Capodanno a Milano, una perquisizione a Treviglio

La Squadra mobile di Milano martedì 11 gennaio ha perquisito a Treviglio l’abitazione di un diciottenne egiziano di seconda generazione. Identificati altri 17 presunti responsabili tra il capoluogo lombardo, Rozzano e Torino.

Martedì 11 gennaio gli uomini della Squadra Mobile di Milano si sono presentati a casa di un ragazzo di origini egiziane a Treviglio, dove vive con la famiglia. Hanno mostrato un decreto di perquisizione e hanno passato al setaccio l’abitazione. Secondo il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il sostituto Alessia Menegazzo, il ragazzo, poco più che maggiorenne, avrebbe fatto parte del branco che ha aggredito nove giovani ragazze la notte di Capodanno in piazza Duomo. Oltre che a Treviglio, la polizia milanese ha eseguito altre 17 perquisizioni (sette a Milano, una a Rozzano e nove a Torino) nei confronti di altrettante persone, tutte giovanissime o minorenni. Di questi, 10 sono italiani e gli altri di origine nordafricana, come il giovane di Treviglio.

Tutti, novità di ieri, sono stati iscritti nel registro degli indagati per violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati cellulari, supporti informatici e indumenti, come giacconi e berretti. Elementi utili per corroborare il quadro probatorio a carico degli indagati, identificati dopo l’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza (è stato utilizzato anche uno speciale software di “face recognition”), dei video e delle immagini finite sui social e sul web, e dopo i racconti di testimoni e delle vittime.

«Non c’è nessuna regia dietro, sono ragazzi di gruppi diversi», ha puntualizzato il capo della Mobile del capoluogo lombardo Marco Calì. Secondo le prime ricostruzioni dell’impressionante catena di aggressioni, il gruppo torinese avrebbe raggiunto piazza Duomo in autonomia e, solo lì, avrebbe incontrato gli altri ragazzi, unendo le forze in un’unica compagnia. Le prime vittime, in ordine di tempo, sono state le due ragazze tedesche ventenni che hanno sporto denuncia una volta rientrate a Mannheim, la città della Germania meridionale in cui vivono (e l’atto sarà acquisito per rogatoria dalla Procura milanese). Sono state aggredite in piena piazza, come mostrato dalle immagini filmate. «Sono caduta a terra, hanno iniziato a toccarmi in tanti, tenendomi ferma. Mi hanno aperto la giacca, mi hanno alzato la gonna, hanno cominciato a mettere le dita dappertutto. Ricordo che giravo la testa velocemente e vedevo una mano, poi l’altra, così tante mani sul mio corpo. Non so quante mani avevo addosso, ma erano tante. Penso fossero 30 uomini, non lo so forse 50, non si fermavano e mi hanno strappato via il reggiseno e mi toccavano. Ero nuda, ero nel panico, ho cercato di proteggere il mio corpo da tutte quelle mani», ha messo a verbale una delle due tedesche.

Poi, è toccato alla 19enne italiana aggredita davanti al McDonald’s. Ha raccontato che all’inizio pensava fosse una rapina e ha allungato la sua borsetta al gruppo che in realtà l’ha molestata fino a strapparle i vestiti in diversi punti. In quel momento sono intervenute due amiche della ragazza, che hanno subito lo stesso trattamento e hanno denunciato il giorno successivo.

Poco dopo un’altra giovane che si trovava in galleria Vittorio Emanuele II è stata prima depredata del cellulare e poi palpeggiata. Anche in questo caso tre amiche hanno tentato di aiutarla, ma sono state a loro volte molestate dal branco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA