«Mio figlio Carlo, solare e sempre sorridente. Pensavo a un nipotino, siamo distrutti»

Disperata la madre di Carlo Paoli, commercialista morto a 39 anni. La moglie in lacrime ha voluto vedere il luogo dell’incidente e posare delle rose bianche

Due dolori inimmaginabili, due donne che hanno perso l’amore della vita: per una il marito sposato appena due mesi fa, per l’altra l’unico adorato figlio. Carlo Paoli, il commercialista di Monterosso morto ad appena 39 anni in un incidente in moto venerdì mattina, ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Ma per la moglie Silvia Mora e la mamma Monica Meroli è un dolore insopportabile: in queste ore sono strette dall’abbraccio dei tanti amici e parenti che anche ieri si sono alternati per tutta la giornata nell’appartamento di via Goisis dove viveva la coppia. Carlo e Silvia si erano sposati a settembre al santuario di Levate, paese di origine di lei, e avevano tanti progetti: nel loro futuro insieme c’erano dei figli e Carlo aveva coronato il sogno di mettersi in proprio e aprire il suo studio, in via Masone, insieme al collega Giacomo Andreoletti. Silvia ieri mattina ha voluto andare sul luogo dell’incidente, in viale Giulio Cesare all’incrocio con via Pietri, per lasciare dei fiori nel punto in cui Carlo ha perso la vita.

«Si è fatta accompagnare perché voleva vedere dov’è successo – spiega la mamma del commercialista, Monica Meroli, già direttrice socio-sanitaria dell’Asst Bergamo Est ora in pensione, rimasta a casa del figlio con il secondo marito Luciano Casto ad attendere le visite –. Io no, non ci passerò mai più». A quell’incrocio maledetto, alla base del palo del semaforo contro cui Carlo ha battuto la testa, la moglie ha posato delle rose bianche: impossibile trattenere le lacrime. Attorniata e sorretta dai parenti, dagli amici e dal socio del marito, ha potuto farsi un’idea di quello che è successo. La dinamica dell’incidente è ancora da accertare da parte della polizia locale e la salma è stata composta al cimitero in attesa che il magistrato rilasci il nullaosta alla sepoltura. Solo in quel momento potrà essere stabilita la data dei funerali.

Sembra che Paoli, diretto al lavoro in sella al suo scooter Malaguti 500, stesse superando una Panda ma in quel momento l’auto ha svoltato a sinistra in via Pietri. «L’auto non ha grossi danni, solo una botta, ma Carlo è stato sbalzato dalla moto ed è finito contro il palo del semaforo – aggiunge la mamma –. Se fosse solo caduto magari si sarebbe rotto qualcosa, ma non sarebbe morto». Nessuna parola di condanna per la donna di 49 anni di Bergamo alla guida: «Spero solo che non si rovini la vita come è rovinata la mia». All’ingresso dell’appartamento di via Goisis c’è un bellissimo collage di foto della coppia. «Le guardi: mio figlio era solare, sempre sorridente, amava viaggiare e giocava a calcio, sciava, era uno sportivo.

L’ho sentito l’ultima volta giovedì, San Carlo, per fargli gli auguri di buon onomastico ma lui passava spesso da noi in via Quintino Basso e tutti i lunedì veniva a pranzo con Silvia e sua mamma. Sono andata in pensione pensando che mi sarei occupata di un nipotino, e invece adesso siamo disperati». Carlo lascia nel dolore anche il papà Pietro Paoli che in seconde nozze ha avuto i figli Silvia, 24 anni e Andrea di 28. «Era sempre allegro – lo ricorda la presidente dell’Ordine dei Commercialisti Simona Bonomelli – non ho trovato una sola foto in cui non fosse sorridente. Era orgoglioso di avere aperto il suo studio e il mese scorso mi aveva invitato a vederlo, ma non ero ancora riuscita ad andare. Sentiva molto il senso di appartenenza alla categoria, era capitano della squadra di calcio dell’Ordine (ieri in tutti i campi gli hanno dedicato un minuto di silenzio), faceva parte dell’Unione giovani e ogni volta che gli si proponeva qualcosa diceva di sì. La sua morte è una notizia da cui sarà difficile riprendersi»

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