Morti nello schianto a Paladina, il ricordo degli amici: «Grandi lavoratori, gente di cuore»

Brahim Amine Ben Faresse e Driss Ouaissa vivevano nella zona tra lo stadio e Monterosso, a Bergamo. Don Re: erano ben inseriti nel quartiere.

Brahim Amine Ben Faresse e Driss Ouaissa, i due ragazzi di 24 e 21 anni travolti da un’auto a Paladina nella notte tra sabato e domenica , vivevano nella zona tra lo stadio e Monterosso, a Bergamo. «Erano ben inseriti nel quartiere – racconta don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro della Curia e collaboratore pastorale a Monterosso –, al di là della loro provenienza». Brahim era nato in Marocco ma viveva in Italia sin da piccolo, mentre Driss era nato a Bergamo.

«Io conosco meglio il fratello minore di Driss, che frequenta le Medie – continua don Re – e viene all’oratorio di Monterosso. Brahim lo conoscevo di più quando era piccolo perché frequentava l’Oratorio di Borgo Santa Caterina, dove sono stato fino a nove anni fa: so che era stato a Londra per lavorare, ma non so da quanto era rientrato in Italia». «Questa è una tragedia che sconvolge tutta la comunità – conclude don Re –e se si potrà fare qualcosa, lo faremo volentieri. Esprimo le condoglianze alle famiglie, insieme al parroco don Manenti e alla rete sociale».

Driss aveva perso il padre qualche mese fa, abitava a Monterosso con la madre il fratello minore e lavorava in «Amazon» a Cividate, mentre Brahim faceva l’operaio: oltre ai genitori, lascia un fratello di 20 anni. «Ora non ce la sentiamo di parlare», ha detto ieri il fratello di Brahim fuori dalla loro casa in viale Giulio Cesare, dove c’è stato un via vai di parenti e amici, così come in via Da Vinci, dove abita la famiglia di Driss. «Erano ragazzi di cuore – dicono gli amici Samir Bakoune e Michele Pesenti –, ben integrati e gran lavoratori». L’amico Sayf Jahwry: «Driss per me era come un fratello minore – dice –. Era una persona buona e ci vedevamo tutti i giorni».

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