Schianto in auto contro un albero, muore a 21 anni: Cassano piange Fabio Mancini

L’incidente a Truccazzano (Milano): il giovane era un ex giocatore della U.S. Pierino Ghezzi.

La corsa in ospedale dopo lo schianto e i disperati tentativi di rianimazione. È finita così la giovane vita di Fabio Mancini, 21 anni di Cassano d’Adda coinvolto, assieme a un amico di 29 anni, in uno spaventoso incidente a Truccazzano (Milano) nella notte tra venerdì 19 e sabato. Le cause dello schianto, avvenuto poco dopo le 4, sono ancora al vaglio dei carabinieri di Pioltello, che stanno indagando sull’accaduto. A quanto pare la Ford Fiesta guidata dal giovane ha improvvisamente perso il controllo mentre stava transitando sulla Strada provinciale 104 che porta verso Albignano. Qui ha impattato contro un albero al lato della carreggiata. L’auto è stata sbalzata nel vicino campo. I soccorritori sono intervenuti con automediche e autoambulanze. Il 29enne è stato portato in codice giallo all’ospedale San Gerardo: nonostante i gravi traumi riportati non sarebbe in pericolo di vita. Per Fabio Mancini, nonostante la disperata corsa all’ospedale San Raffaele di Milano, non c’è stato nulla da fare: è spirato poco dopo il suo arrivo al nosocomio.

L’intera comunità cassanese è rimasta colpita dalla tragica scomparsa del giovane. Molti i messaggi di cordoglio arrivati via social da amici e conoscenti che hanno voluto salutare «il mancio», cosi veniva chiamato il giovane. Mancini era un appassionato di sport e in particolare del calcio, ha militato nella U.s. Pierino Ghezzi, prima nelle fila delle giovanili e poi nella Juniores per passare poi al calcio a cinque restando sempre fedele ai colori giallo blu.

Per ricordare il giovane scomparso la società calcistica ha affidato a una lettera il suo ultimo saluto: «C’è un video che racconta bene chi sei tu e cosa siamo noi - si legge nella lettera - Sono pochi secondi sgranati che qualcuno tiene ancora salvati sul cellulare. Ci sei tu, che in quei mesi portavi le treccine, in porta durante un’amichevole a Canonica. Arriva un tiro da centrocampo, ti passa sotto le gambe e finisce in gol. Tu, che in porta non c’eri mai stato, ti eri messo lì, un po’ perché serviva, un po’ perché volevi divertire e divertirti. In fondo, era questa la tua natura. Presente sempre per chi aveva bisogno. Capace sempre di far sorridere fuori e dentro il campo, perché in grado di prendere il pallone per quello che è: un gioco. Ti abbiamo visto crescere con addosso i nostri colori. Eri un bambino e il gialloblu non l’hai mai lasciato. Avremmo voluto vederti diventare uomo, per goderci ancora un po’ il tuo sorriso. Ciao Fabio, ti vogliamo bene».

© RIPRODUZIONE RISERVATA