Scuola e Covid, la proposta: doppia entrata fino a metà novembre

Faccia a faccia tra aziende di trasporto e Ufficio scolastico che chiede di accorciare la fascia oraria di entrata per non penalizzare gli studenti.

Sarà una questione di taglia e cuci, di aggiustamenti e di revisioni, ma l’impianto è ormai quello testato fino a metà giugno: il rebus da risolvere è come far tornare tutti gli studenti a scuola a metà settembre con la capienza degli autobus all’80%. Posto l’obiettivo (e, soprattutto, se i presupposti resteranno tali anche tra due mesi), l’unica strada possibile resta la conferma dello scaglionamento degli orari d’entrata e di uscita almeno fino a metà novembre per non creare assembramenti sugli autobus, ma – è la richiesta del provveditorato – con qualche modifica rispetto al passato e a patto che sia davvero una soluzione temporanea.

Di questo si è iniziato a ragionare ieri in Prefettura tra le aziende del trasporto pubblico locale e l’Ufficio scolastico provinciale (presenti anche il sindaco Giorgio Gori e il presidente della Provincia, Gianfranco Gafforelli). La proposta del provveditorato è di accorciare la fascia oraria all’ingresso, per anticipare le uscite del pomeriggio. Non più dunque due entrate alle 8 e alle 10 ma, limando qua e là, cercare di non superare le 9.30 per la seconda entrata e anticipare il primo ingresso alle 7.45. Al momento sono solo delle ipotesi: c’è da soddisfare le esigenze della scuola, certo, ma anche quelle del trasporto locale, che ha bisogno di tempo per garantire il doppio servizio. Per questo il prefetto Enrico Ricci ha lasciato spazio al confronto diretto tra le aziende del Tpl e l’Ufficio scolastico, affinché trovino direttamente una quadra entro agosto, anche con incontri a livello di ambito e per singoli plessi.

«Abbiamo chiesto di accorciare la fascia oraria – ha detto la direttrice dell’Ufficio scolastico, Patrizia Graziani – perché il doppio ingresso è altamente penalizzante, soprattutto per gli studenti degli istituti tecnici e professionali, che utilizzano linee di trasporto non dirette. Abbiamo chiesto poi che non diventi una soluzione strutturale; non possiamo dare per scontato il doppio ingresso fino alla fine dell’anno: non deve assolutamente succedere. Serve piuttosto un monitoraggio costante sull’andamento epidemiologico e laddove la situazione migliorasse si può pensare di tornare subito all’orario unico».

Intanto l’indicazione è quella di partire con i due ingressi fino al 15 novembre: «Ci rendiamo conto che ciò rappresenta un disagio sia per gli studenti che per gli insegnanti e le famiglie – ha detto Giorgio Gori –. Tuttavia il secondo turno crea condizioni di sostenibilità e sicurezza maggiori. Detto questo, ad oggi i ragazzi tra i 12 e i 18 anni già vaccinati con due dosi sono appena il 4%. Bisogna dunque fare appello alle famiglie, che giustamente chiedono che la scuola torni al 100%, affinché facciano vaccinare i loro figli, innanzitutto per la loro sicurezza». Anche perché il momento è ancora di incertezza: «Stiamo lavorando con grande collaborazione da parte di tutti – ha detto il presidente della Provincia –. Non sarà facile, ma se le notizie fossero positive, potremmo pensare di tornare al turno unico anche prima dei due mesi».

Chi farebbe volentieri a meno di cambiare i programmi troppo in fretta, sono le aziende del trasporto pubblico, che invece preferirebbero portare avanti un impianto organizzativo almeno fino a Natale. «L’obiettivo è innanzitutto quello di tornare a scuola al 100% – ha detto la presidente dell’agenzia del Tpl, Angela Ceresoli –. Le difficoltà del doppio turno riguardano sia l’apprendimento scolastico, sia le attività extrascolastiche. Serve quindi anche un segnale nei confronti delle famiglie».

La voglia di collaborare c’è e alla fine una soluzione si troverà: «Il modello è già collaudato da tempo – ha detto Emilio Grassi, direttore dell’Agenzia del Tpl –, tuttavia qualche cambiamento si potrà fare, magari pensando di caricare un po’ di più il primo ingresso, per evitare troppi giri di autobus. Vedremo dove e come sarà possibile migliorare gli orari, tenendo conto anche del fatto che dovremo dimensionare il servizio per non avvicinarci troppo alla soglia dell’80% di riempimento, che dà una sensazione di mezzi troppo affollati. Bisognerà poi capire se e in quale misura la ripresa di altre attività lavorative inciderà sul riempimento degli autobus».

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