
Cronaca
Venerdì 26 Settembre 2025
Spreco di cibo, in Italia buttato oltre mezzo chilogrammo a testa ogni settimana
IL RAPPORTO. Il nostro Paese sopra la media europea. Più virtuose le famiglie con figli e i grandi Comuni. Martina (Fao): servono cambiamenti strutturali.
Italia ancora troppo sprecona in fatto di cibo anche se mostra un leggero miglioramento. Ma non basta, perché ancora una volta è sopra la media europea. E questo a 10 anni dall’approvazione dell’Agenda Onu 2030 e a 9 anni dalla legge Gadda sullo spreco alimentare: dal 2015 ad oggi, infatti, nel nostro Paese lo spreco settimanale medio pro capite è sceso sì di 95 grammi settimanali, passando da 650 a 555,8, ma a fronte però dei 512,9 grammi settimanali della Germania, 459,9 grammi della Francia, 446,5 grammi della Spagna, 469,5 dei Paesi Bassi.
I prodotti made in Italy
Guerre e dazi spingono poi più di 1 italiano su 3 (il 37%) a scegliere prodotti made in Italy. A scattare la fotografia 2025 è il nuovo rapporto Waste Watcher International, presentato a Roma in vista della sesta Giornata mondiale di consapevolezza delle perdite e sprechi alimentari, lunedì prossimo. Aumenta dunque la coscienza del legame fra spreco e ambiente ma occorre lavorare per rafforzare la tendenza «perché il traguardo fissato per il 2030 di 369,7 grammi settimanali è lontano», rileva il rapporto.
La campagna «Spreco Zero»
Acquisti più ponderati Infatti «l’inflazione che questa estate ha colpito fortemente i generi alimentari, +3,7%, può aver suggerito alle famiglie acquisti più ponderati e una maggiore attenzione alla prevenzione degli sprechi», ha spiegato il direttore scientifico di Waste Watcher, l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna «Spreco Zero», promotrice dell’indagine con il Dipartimento Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos. In particolare, si spreca meno al Centro (dato record: 490,6 grammi) e al Nord (515,2 gr.) e più al Sud (628,6 gr.); sprecano meno le famiglie con figli (-17%) e i grandi Comuni (-9%). Nella hit dei cibi che si buttano figura la frutta fresca (22,9 gr.), la verdura fresca (21,5 gr.) e il pane (19,5 gr.), seguono insalata (18,4 gr.) e cipolle/tuberi (16,9 gr).
Aumenta l’attenzione all’ambiente
Due italiani su tre (66%) hanno aumentato o tenuto alta l’attenzione all’ambiente. Un italiano su due presta più attenzione all’impatto ambientale dei prodotti acquistati in tempo di crisi climatica. I comportamenti più virtuosi in Italia arrivano dai nativi digitali con il riutilizzo degli avanzi (+10% rispetto alla media), condivisione del cibo (+5%), acquisto di frutta e verdura di stagione (+2%) e attenzione all’impatto ambientale (+2%). «C’è maggiore consapevolezza ma servono anche cambiamenti strutturali nel sistema oltre che sul piano dell’atteggiamento degli individui», ha detto il direttore generale aggiunto della Fao, Maurizio Martina mentre la vicepresidente della Commissione Agricoltura, Maria Chiara Gadda ha evidenziato i tanti risultati positivi a 10 anni dalla legge di cui è prima firmataria rilevando «maggiore consapevolezza e migliore rapporto fra le imprese della filiera produttiva che donano e il mondo del volontariato e del terzo settore». Dati «confortanti ma anche se occorre fare di più e meglio», ha detto il presidente di Fipe Confcommercio, Lino Stoppani.
Nel mondo, infine, secondo il rapporto Waste Watcher, vengono sprecate 1,05 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo della produzione alimentare globale. Lo spreco di cibo è responsabile di quasi il 10% delle emissioni globali di gas serra, 5 volte quelle generate dall’aviazione. Il 28% dei terreni agricoli, pari a 1,4 miliardi di ettari, viene utilizzato per produrre cibo che non verrà mai mangiato.
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