Auto, saldo positivo nel 2023: + 21,5%. Bonus, regole nuove

IN BERGAMASCA. L’anno scorso immatricolate 23.389 vetture, il 10% è a Km zero. La Panda sfonda quota mille, a livello nazionale la crescita si è fermata al 19%

Il mercato dell’auto chiude il 2023 a +21,5% nella Bergamasca, con 4.134 vetture immatricolate in più rispetto al 2022 (23.389 contro 19.255). In testa alle preferenze orobiche la Fiat Panda, che sfonda quota mille (1.002) mezzi piazzati. La crescita a livello nazionale è del +19%, con quasi 1,6 milioni di veicoli targati, circa 250mila unità in più rispetto al 2022, ma ancora indietro di 350mila (-18,3%) rispetto al 2019, anno pre-Covid.

Gli incentivi rimodulati anche in base al reddito Stop in Germania, la Francia cambia

Anno da incorniciare? Non proprio. Una vettura su 10 targata, il 10%, è Km zero, cioè immatricolata a nome della concessionaria e poi immessa sul mercato dell’usato. «E nella nostra provincia – ricorda Paolo Ghinzani, presidente del gruppo Concessionari Ascom Bergamo e direttore di Ghinzani Group – il rapporto è anche maggiore. Nel 2023 le Case costruttrici hanno inviato più vetture e si è potuto vendere di più. Però, complessivamente, se togliamo le auto a Km zero, quelle a noleggio e le vetture immatricolate dalle aziende, la quota andata ai privati non supera il 50%».

Gli incentivi

Ora stanno per ripartire gli incentivi all’acquisto, ma c’è il rischio rallentamento delle vendite per l’effetto dell’annuncio del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, sulla predisposizione di un decreto che modificherà le regole per gli incentivi per quest’anno: per le auto elettriche si pensa a contributi che partirebbero da 6mila euro fino a 13.500 euro se si rottama un’auto Euro 2 e se si ha un Isee sotto i 30mila euro. La novità è l’introduzione di una modulazione, appunto, in base al reddito. Per Ghinzani, però, è relativo il rischio di paralisi delle vendite in attesa del decreto (a febbraio): «Le Case madri – dice – stanno anticipando la rottamazione e hanno iniziato a pubblicizzare le loro offerte che comprendono l’ipotesi degli incentivi».

Il 2023 è stato un anno buono anche per l’usato, «con una crescita dei volumi di circa il 10% sul 2022 – precisa Loreno Epis, presidente della categoria Autosalonisti di Ascom Bergamo e titolare dell’omonima rivendita di auto di Scanzorosciate – e un rapporto di 3,8 veicoli di seconda mano venduti contro uno nuovo targato». Epis è poi critico sulla politica degli incentivi: «Sono una droga per il mercato dell’auto e non ci dovrebbero essere. I contributi dello Stato finiscono poi nelle casse dei costruttori di vetture elettriche soprattutto stranieri, cinesi in testa», che producono l’80% delle batterie mondiali, il cui costo incide per il 50% sul prezzo finale di una vettura.

«Il mercato dell’elettrico – prosegue il presidente degli Autosalonisti – dovrebbe camminare con le proprie gambe. Già in molti Paesi i contributi non vengono più erogati». In Germania da quest’anno ci sarà lo stop, non appena saranno terminati i fondi messi a disposizione. Già per le vetture ibride plug-in gli incentivi sono stati interrotti. Ricordiamo che la quota di mercato tedesca delle auto a corrente ha raggiunto il 18%, mentre da noi siamo al 4%.

Anche in Francia la politica degli incentivi viene rivista: a definire l’importo dei contributi, infatti, non saranno più solo le emissioni allo scarico, ma anche quelle dell’intero ciclo di vita. La nuova legge prevede che ogni nuova auto elettrica venduta al di là delle Alpi verrà valutata in base a 6 criteri. Verrà studiato l’impatto ambientale dei materiali utilizzati (acciaio, alluminio, vetro, ecc.), nonché la lavorazione e l’assemblaggio.

Anche l’intera catena di produzione delle batterie sarà attentamente monitorata, così come il trasporto dei modelli finiti dalla fabbrica ai confini francesi. Al termine di questo lungo processo, all’auto verrà assegnato un punteggio da 0 a 100 e solo da 60 in poi si potrà beneficiare dell’eco-bonus. E poiché sembra che una batteria prodotta in Cina emetta fino a 3 volte più CO2 di una prodotta in Francia, mentre un’auto compatta costruita in una fabbrica cinese immetta in circolazione il 45% in più di CO2 rispetto a un’auto assemblata in Francia, il meccanismo dei nuovi incentivi tenderebbe a proteggere i marchi francesi ed europei in generale, chiudendo le porte all’invasione cinese.

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