Economia / Bergamo Città
Domenica 16 Novembre 2025
Bergamo fra le 13 «città intelligenti» segnalate dall’Europa
L’ANALISI. L’Italia vola nella classifica dei Paesi europei con il maggior numero di città intelligenti e a fare da traino c’è anche Bergamo.
A dirlo è una classifica della Commissione Europea e realizzata dalla società 1NCE, leader nel settore della connettività e dei software per il web, secondo cui l’Italia figura al quarto posto tra i Paesi membri per il maggior numero di smart city, con 13 città «intelligenti». E fra queste nella lista figura anche Bergamo, insieme ad Alessandria, Bolzano, Brescia, Genova, Milano, Torino, Trento, Firenze, Montieri (Grosseto), Pisa, Napoli e Lecce.
Altro riconoscimento per Bergamo, dunque, che da anni è stabilmente ai primi posti anche dell’ICityRank, la classifica delle città italiane smart elaborata da Forum Pa.
È un elenco a forte trazione del Nord quello che compone le 13 città italiane più all’avanguardia a livello digitale, con ben 8 città, a cui si aggiungono tre capoluoghi del centro (Firenze, Montieri e Pisa) e due del Sud (Napoli e Lecce). È un ottimo risultato per tutto il Paese, che può aspirare anche a scalare altre posizioni. L’Italia è infatti appena fuori dal podio, che vede al terzo posto la Svezia con 14 città digitali, al secondo la Germania, con 15 città, e al primo la Spagna, in vetta con ben 21 smart city. Lo studio comprende in tutto 194 città di 26 Paesi dell’Unione Europea - con l’unica esclusione di Cipro, che non ne possiede - oltre a Regno Unito, Svizzera, Serbia e Turchia.
«Siamo molto soddisfatti di questa menzione - spiega Giacomo Angeloni, assessore comunale all’Innovazione -. Da anni guardiamo con interesse alle classifiche dell’ICityRank, che di anno in anno ci aiutano a fissare i nuovi obiettivi da perseguire. Tuttavia - precisa - da cinque anni osserviamo come in generale tutte le città stiano evolvendo da un punto nella transizione digitale, anche al sud. Per questo ben vengano classifiche europee come questa, che ci aiutiamo ad analizzare il nostro percorso sull’innovazione con una visione più ampia e a spostare l’asticella più in alto. In futuro - conclude Angeloni - dovremo puntare sempre più lo sguardo a un confronto non più nazionale, ma internazionale».
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