Caro tassi, in calo le richieste di prestiti: «Aziende prudenti»

IN BERGAMASCA. Nei primi otto mesi Confidi Systema ha registrato una diminuzione delle domande del 6,9%. Il direttore: in difficoltà soprattutto le piccole imprese.

L’aumento dei tassi rallenta il credito alle imprese. La politica monetaria della Bce, con ben nove rialzi in un anno fino a toccare il 4,25% lo scorso luglio, porta banche e aziende a scegliere la via della prudenza. Prova ne è la riduzione del credito di oltre 12 miliardi di euro da settembre 2022 a oggi nella sola Lombardia.

A Bergamo nei primi otto mesi del 2023 Confidi Systema ha registrato un calo delle domande, 242 contro le 260 dello stesso periodo 2022 (-6,9%), ma ancor più dei finanziamenti decisi, scesi a 25,72 milioni dai 32,41 dell’anno scorso (-20,6%). Pur restando in testa alla classifica regionale per deliberato, la piazza di Bergamo passa così dal 16,1% al 14,41% del totale. Si è ridotto anche il flusso dei finanziamenti richiesti, 27,19 milioni contro i 32,57 dello stesso periodo 2022, corrispondenti a 246 domande contro le 269 di gennaio-agosto 2023 (quindi -16,5% sui volumi e -8,6% sulle domande).

«I tassi così alti stanno allontanando un’ampia platea di imprese - spiega il direttore generale di Confidi Systema, Andrea Bianchi -. A livello macroeconomico stiamo vivendo un fenomeno inedito per la sua velocità: non abbiamo mai vissuto un tale rialzo dei tassi in tempi così brevi. E l’impatto sull’economia reale si vede: a meno di necessità stringenti, le aziende preferiscono procrastinare la richiesta di finanziamenti».

Sono in difficoltà soprattutto le piccole imprese, che da sole fanno fatica ad accedere al credito del sistema bancario. «Una volta le banche del territorio potevano fare la differenza - evidenzia Bianchi -. Oggi, invece, la concentrazione del sistema a ridotto la possibilità di diversificazione degli interlocutori a livello locale». Almeno in parte, il calo dei finanziamenti garantiti è stato compensato dalla finanza diretta: a Bergamo Confidi Systema ha infatti concesso 3,11 milioni in 46 linee.

Il direttore di Confindustria Bergamo, Paolo Piantoni, conferma «le criticità nell’accesso al credito da parte delle aziende e un deciso cambio di scenario rispetto al periodo Covid. Il netto rialzo del costo del denaro ha reso le banche più selettive nell’analisi di merito creditizio e le imprese più prudenti nella valutazione degli investimenti».

Lo dimostrano i dati della Banca d’Italia: nel primi 4 mesi del 2023 in Lombardia il credito alle imprese è calato di 5,2 miliardi di euro passando dai 227,8 miliardi di dicembre 2022 ai 222,5 miliardi di aprile (-2,32%), con una flessione particolarmente marcata per il segmento delle imprese con meno di 20 dipendenti.

Per il direttore di Confindustria Bergamo di sicuro «non aiuta assolutamente il venir meno del volano degli investimenti e dei relativi finanziamenti legati al comparto dei bonus fiscali dell’edilizia, una valutazione che trova conferma anche nei dati di Confidi Systema, che evidenziano il forte calo nella linea anticipi».

La frenata del credito alle imprese preoccupa anche Confartigianato Bergamo. «Con tassi così alti molte imprese preferiscono evitare di indebitarsi, a meno che non si tratti di investimenti per la competitività o l’ammodernamento, che infatti sono il lieve aumento - evidenzia il direttore Stefano Maroni -. Per aiutare le aziende sono utili strumenti di abbattimento del costo del denaro da parte degli enti pubblici, come Fai Credito di Unioncamere, che prevede la concessione di contributi a fondo perduto per far fronte all’aumento dei tassi di interesse sui finanziamenti».

Un dato positivo riguarda invece le startup: nei primi otto mesi del 2023 Confidi Systema ha istruito complessivamente 197 richieste di finanziamento riguardanti società nascenti per un ammontare complessivo di 15,9 milioni di euro. Su un totale di 162 startup, 32 sono bergamasche e anche in questo segmento Bergamo risulta al primo posto con oltre 3 milioni di euro e una crescita dell’8,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

«In futuro anche nel campo del credito le imprese dovranno sempre più fare i conti con la sostenibilità - fa presente Piantoni -. Di qui la sfida per rafforzare la cultura finanziaria delle imprese in un mondo sempre più instabile e in forte evoluzione. Un capitolo importante sarà rappresentato anche dall’attenzione ai canali finanziari alternativi, come Fintech, fondi di private equity, mercato dei capitali, per consentire alle aziende, in particolare le pmi, di attivare capitali per crescere e affrontare al meglio la transizione sostenibile e digitale».

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