Cassa integrazione, 2022 in chiaroscuro. Numeri ancora superiori al pre-Covid

Il bilancio . Il monte ore è sceso a 9 milioni rispetto ai 42 del 2021, ma resta ancora lontano dai 4 milioni del 2019. Dicembre meglio che novembre, ma sempre sopra quota un milione. Il terziario tra i settori più in sofferenza.

Sul fronte degli ammortizzatori sociali il 2022 a livello bergamasco è stato un anno in chiaroscuro, perché se è vero che le ore sono nettamente calate rispetto al 2021 (e infinitamente più bassi rispetto all’anno emergenziale 2020), restano però ancora molto al di sopra dell’anno pre-Covid (2019).

In pratica il monte ore 2022 si attesta poco sopra i 9,5 milioni, rispetto ai 42 milioni del 2021 (-77%) e ai quasi 4 milioni del 2019 (+137%). Se si considera poi la tipologia dell’ultimo anno, cassa ordinaria e straordinaria sono molto vicine (entrambe sopra le 4 milioni di ore) mentre staccatissima è la cassa in deroga (solo 281 mila ore).

«Questi numeri ci dicono che il post-Covid sul fronte degli ammortizzatori non è ancora completamente alle spalle - commenta Orazio Amboni dell’Ufficio Studi Cgil di Bergamo -, considerando che la normalità può essere quantificata attorno ai 3 milioni di ore annue, come è avvenuto nel 2018 e 2019. Inoltre, guardando al primo semestre 2023, esiste il fondato timore che inflazione, guerra e crisi energetica possano ancora incidere. D’altronde gli ultimi due mesi 2022, sopra il milione di ore autorizzate sia a novembre che a dicembre, non inducono all’ottimismo».

«La cassa ordinaria e la cassa in deroga - ricorda Amboni - sono state adattate a far fronte all’emergenza, ampliando le causali d’accesso, e questo ha consentito di renderle uno strumento idoneo a rispondere agli eccezionali bisogni del 2020 e 2021, anche grazie a questo è stata poi possibile la ripresa; ben diversamente sarebbero andate le cose se si fosse scelto di passare a licenziamenti e chiusure. Dopo la parentesi Covid, la cassa ordinaria è tornata ad essere un ammortizzatore utilizzabile solo per alcune causali ben specifiche e momentanee, mentre la cassa straordinaria è sempre collegata a crisi strutturali».

«Questi numeri ci dicono che il post-Covid sul fronte degli ammortizzatori non è ancora completamente alle spalle»

A livello di settori, «il confronto dei dati annuali - aggiunge Amboni - vede la conferma del commercio e più in generale del terziario come comparto più colpito mentre l’edilizia, anche nel periodo più difficile, non è mai dovuta ricorrere agli ammortizzatori nella stessa eccezionale misura di industria e terziario».

Più straordinaria a fine anno

Per quanto riguarda dicembre, le ore autorizzate sono in calo (-15%) rispetto al mese precedente, ma l’importo rilevante, oltre il milione di ore (1.137.008). Altro segnale negativo sono le 603.625 ore autorizzate di cassa straordinaria, in prevalenza per crisi e riorganizzazione, «un valore in netto aumento (+26%) rispetto a novembre - rileva Amboni - mentre diminuisce del 38% la cassa ordinaria».

Sul fronte degli ammortizzatori sociali il 2022 a livello bergamasco è stato un anno in chiaroscuro

A dicembre, a livello di settori, resta critica la situazione nella carta-grafica-editoria (a dicembre 571.681 ore autorizzate, cioè oltre il 50% del totale provinciale), più di 260mila ore per il settore metalmeccanico e 34.944 ore nell’edilizia, che è il valore più alto di tutto l’anno, proprio nel settore che maggiormente ha superato le difficoltà del periodo Covid; «In questo caso - fa notare Amboni -il picco di dicembre in edilizia risente probabilmente dei rallentamenti e parziali ridimensionamenti dei bonus per le ristrutturazioni edili».

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