Cisl, oltre 40 sindacalisti da Bergamo a Roma per la manovra. Corna: «Sanità e pensioni da rivedere»

LO SCIOPERO GENERALE. Ci sarà anche una delegazione di oltre 40 sindacalisti bergamaschi, sabato 25 novembre in piazza Santi Apostoli a Roma per la manifestazione nazionale della Cisl.

Ci sarà anche una delegazione di oltre 40 sindacalisti bergamaschi, sabato 25 novembre in piazza Santi Apostoli a Roma per la manifestazione nazionale della Cisl dal titolo «Partecipare per crescere: migliorare la Manovra, costruire un nuovo Patto sociale». «Capitanati» dalla segreteria di Francesco Corna, si uniranno alle migliaia di manifestanti cislini «per chiedere a governo e Parlamento forti correzioni alla manovra».

«Come più volte ribadito dal segretario Luigi Sbarra – dice Corna –, in questa legge di manovra del governo Meloni ci sono sì luci che tengono conto delle nostre richieste, ma ancora troppe ombre. Per questo la Cisl ha deciso di scendere in piazza per far sentire la propria voce e le proprie proposte, provenienti da ogni angolo della Penisola. Non ci piacciono la stretta sulla previdenza e gli interventi proposti sulle pensioni: quanto uscito dal Consiglio dei ministri diventa ancora più penalizzante per le persone che vi ricorrono».

«La posizione della Cisl a tutti i livelli – prosegue il numero uno di via Carnovali – non è mai stata pregiudizialmente pro o contro i governi in carica in Italia. Noi giudichiamo sul merito e nei contenuti gli atti e i provvedimenti di ogni governo, questo compreso. Non rinunciamo però a voler cambiare quello che non ci convince: ad esempio sulla sanità, dove oggi, a un paio d’anni dalla grande emergenza nella quale il personale sanitario ha dato prova di vero eroismo, il sistema viene ripagato con un taglio fino a 300 euro della pensione per il personale più anziano. Infine, non vediamo quegli interventi necessari ad abbattere le liste di attesa e assicurare un investimento forte sulla medicina di prossimità e territoriale, Chiediamo che siano investite ulteriori risorse anche per sbloccare le assunzioni di medici, infermieri, personale socio sanitario. I tagli lineari operati dai governi negli ultimi decenni hanno determinato un’insufficienza di risorse umane nei nostri ospedali e nelle strutture sanitarie pubbliche: mancano 70 mila infermieri, 30 mila medici, manca personale ausiliario, così come ci aspettavamo qualche risorsa in più anche per finanziare adeguatamente la legge sulla non autosufficienza».

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