
Economia / Bergamo Città
Mercoledì 14 Maggio 2025
Coin, i sindacati: lavoratori preoccupati per il futuro
LO STATO DI AGITAZIONE. C’è preoccupazione tra i dipendenti del Coin di Bergamo, che sono alla finestra per avere certezze sul futuro del gruppo, presente con lo storico punto vendita in via Zambonate.
Trenta famiglie, a cui si sommano i dipendenti esterni che lavorano nei corner del negozio, attendono buone nuove dall’azienda, che a fine aprile si è incontrata con i sindacati al Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il comunicato stampa unitario, diffuso a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per riassumere lo stato dell’arte, evidenzia come «la ripresa degli accordi con i fornitori ha consentito la riattivazione delle forniture nei settori della cosmesi e dell’abbigliamento, segnando un ulteriore passo verso il rilancio del business.
Ad oggi, Coin ha sottoscritto oltre 350 accordi con fornitori, il 60% dei creditori, un passaggio essenziale per la continuità aziendale – prosegue il comunicato -. Coin ha ribadito che non sono previste modifiche al perimetro aziendale e che l’impegno resta quello del mantenimento del 100% dei posti di lavoro. L’omologa è attesa entro luglio e costituirà il presupposto per gli incrementi di capitale da parte dei finanziatori, auspicabilmente da settembre».
I sindacati: manca di trasparenza
I sindacati lamentano però la mancanza di trasparenza nella comunicazione da parte del gruppo, elemento che ha generato preoccupazione tra la forza lavoro. «Sarebbe stato più utile coinvolgerci maggiormente, in modo da tranquillizzare i lavoratori – fa presente Maria Voto della Fisascat Cisl di Bergamo -. Purtroppo c’è stata poca comunicazione verso i dipendenti, nonostante abbiamo due Rsu all’interno dell’azienda.
Negli ultimi due anni siamo stati in balìa delle chiacchiere, che hanno accresciuto le preoccupazioni, alimentate da carenza di forniture, oltre ai noti problemi relativi ai guasti dell’aria condizionata in estate e agli allagamenti. Già l’anno scorso abbiamo aperto lo stato di agitazione e per fortuna i lavoratori hanno sempre ricevuto regolarmente lo stipendio». Ora si attende l’imminente convocazione del Mimit per un secondo incontro che porterà ad ulteriori sviluppi sul piano di risanamento, che ha previsto comunque chiusure in altre città.
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