Colf e badanti regolari in calo: a pesare sulle famiglie i costi

LA SITUAZIONE. Nella Bergamasca oltre 13mila hanno un contratto. Le donne sono l’80% e il 76,1% di nazionalità straniera. Dalla Regione un aiuto.

Sono presenze indispensabili quando le fragilità si fanno insostenibili, quando l’assistenza di un familiare non è sufficiente, quando l’età avanza. In Bergamasca sono 13.186 i collaboratori domestici (o, più propriamente, collaboratrici domestiche visto che la maggior parte di queste lavoratrici è donna): 6.022 (il 45,7%) sono inquadrate contrattualmente come badanti, 7.164 (restante 54,3%) hanno invece un contratto da colf. È questa – al netto di una quota di lavoratrici irregolari, la cui presenza è in realtà notoria – la fotografia ufficiale del settore, secondo il dossier presentato ieri da «PoliS-Lombardia» (l’Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia), che ha analizzato la situazione del lavoro domestico in tutte le province lombarde, sulla base degli ultimi dati dell’Inps, riferiti alla situazione al 31 dicembre 2022.

Donne e straniere

Quanto al genere, appunto, 10.494 (l’80%) sono donne; per quel che riguarda il Paese d’origine, il 76,1% è di nazionalità straniera. «La richiesta di colf, baby sitter e altri collaboratori rispetto a quella di badanti per anziani, è molto marcata nell’area milanese (quasi due collaboratori su tre), mentre nel resto della regione il divario si assottiglia e addirittura, si inverte nelle province di Sondrio e Lecco uniche dove prevale la richiesta di badanti – si legge nell’analisi della Regione –. L’indagine evidenzia come nel 2022 il settore delle collaborazioni domestiche, a livello nazionale, ha registrato una flessione occupazionale rispetto al 2021 (si è passati da 961.358 del 2021 a 894.000 del 2022). Anche la Lombardia si presenta nel decennio in flessione -3,5% (pari a -6.409 addetti)». La flessione è stata appunto osservata anche in Bergamasca: a fine 2021 le collaboratrici domestiche erano 13.893, a fine 2022 sono appunto scese a 13.186 (707 in meno, -5,1%); la riduzione ha riguardato in particolare le colf (da 7.845 a 7.164), mentre le badanti hanno segnato una flessione molto contenuta (da 6.048 a 6.022).

I bonus della Regione

A influire sul settore (sia per quanto riguarda la riduzione delle lavoratrici regolari, sia per quanto riguarda la diffusione del lavoro nero) è la questione dei costi: per molte famiglie, sostenere l’onere di una badante o di una colf è economicamente impegnativo, a volte proibitivo. La Regione ha messo in campo delle risorse: «Regione Lombardia – spiega appunto Elena Lucchini, assessore alla Famiglia, solidarietà sociale,dDisabilità e pari opportunità – è particolarmente attenta a questo settore. La Giunta ha destinato due milioni di euro per il “Bonus Assistenti familiari” e per l’“implementazione registri e sportelli”. La Lombardia ha inteso così valorizzare e sostenere il lavoro di assistenza e cura svolto dagli assistenti familiari in aiuto e tutela delle persone fragili e dei loro cari. Abbiamo favorito l’incontro tra la domanda di servizi domiciliari di cura e l’offerta di lavoro da parte degli assistenti familiari. In particolare, il “Bonus Assistenti familiari”, richiesto da 600 persone, ha un valore di due milioni di euro».

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