
(Foto di SCARECROW artworks su Unsplash)
CONSUMATORI. Messaggi, e-mail, profili social falsi e conversazioni simulate. I rischi per soldi e dati personali aumentano. «Attenti, verificare alla fonte».
L’allarme arriva dalle stime fornite dalle associazioni dei consumatori: ogni anno oltre dieci milioni di italiani cadono nella trappola delle truffe on line.
A peggiorare ulteriormente (per i consumatori) la situazione, ci si mette sempre di più anche l’Intelligenza artificiale (Ia), oramai onnipresente e che, se da un lato, consente un netto miglioramento delle prestazioni su più fronti a tutto vantaggio dei fruitori (per citare solo alcuni esempi: medicina; ricerca & sviluppo; efficientamento della produzione e dell’organizzazione industriale; sicurezza in ambienti di lavoro; servizi pubblici per ridurre i costi e offrire nuove opzioni; comunicazioni; grande distribuzione e logistica; automazione dei processi d’ufficio e del settore bancario/finanziario), dall’altro rafforza ulteriormente l’azione dei pirati informatici, con rischi e danni facilmente intuibili.
«È ancora più importante stare in allerta e verificare quanto più possibile la fonte del prodotto che stiamo ascoltando o visualizzando»
Non a caso, un anno fa il Parlamento europeo (https://www.europarl.europa.eu/portal/it) ha adottato la normativa sull’Intelligenza artificiale, allora la prima misura completa al mondo in materia per garantire che i sistemi di Ia utilizzati nell’Ue siano sicuri e rispettino i diritti fondamentali, tra cui la privacy. Ma, viste le segnalazioni che puntualmente arrivano dai cittadini (molti anche di casa nostra), c’è ancora molto da fare. «Se usata dai truffatori, l’Ia crea danni enormi agli utenti finali – spiega Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo, in prima linea per tutelare i diritti dei consumatori anche su questo tema -. Tramite software, voci al telefono che clonano alla perfezione quelle originali o immagini che chiamano in causa (a loro totale insaputa e completamente estranei) anche personaggi famosi molto amati dal grande pubblico, e loghi di istituzioni anche ai massimi livelli e grandi società pubbliche e private (anche in questo caso vittime e completamente estranee alla vicenda), l’Ia utilizzata dai delinquenti digitali riesce a mettere in atto truffe e frodi che fanno molto male (non solo a livello economico), carpendo password, credenziali di accesso, dati finanziari e il consenso di vittime inconsapevoli, che si ritrovano poi a dover contrastare problemi e danni di ogni genere, come, per citare gli esempi più ricorrenti, furti d’identità, di documentazioni riservate e di soldi. L’Ia è uno strumento che, se usato da gente esperta e truffaldina, è capace di ingannare potenzialmente chiunque; quindi, è ancora più importante stare in allerta e verificare quanto più possibile la fonte del prodotto che stiamo ascoltando o visualizzando, perché per la gran parte dei consumatori non ci sono ancora conoscenze approfondite della materia e quindi si è più vulnerabili e più esposti alle truffe».
Per restare nel campo dell’utilizzo più frequente e subdolo dell’Ia da parte dei truffatori (molti i consumatori che si sono rivolti agli sportelli di Adiconsum Bergamo), la numero uno dell’Associazione difesa dei consumatori e ambiente della Cisl cita le truffe telefoniche (metodo semplice perché bene o male tutti rispondono al telefono) che grazie al ricorso all’Ia, riescono a mietere vittime di ogni tipo. «Ci vuole veramente poco per ritrovarci nostro malgrado vittime dell’Ia - prosegue Mina Busi -. Le truffe telefoniche mirano in particolare a svuotare i conti correnti, a rubare i dati personali e a entrare in possesso di tutto ciò che riguarda l’utente anche per raggirarlo successivamente. Data la quasi perfezione dell’Ia, è ancora più importante non condividere mai le proprie informazioni personali, anche se dall’altra parte sembra effettivamente di essere in contatto con la propria banca/posta, con gli enti pubblici (comunali, regionali o nazionali) o con le grandi realtà (esempio di servizi) con le quali abbiamo a che fare».
Con l’aiuto della presidente di Adiconsum Bergamo (che consiglia sempre di utilizzare i contatti riportati sui siti ufficiali per verificare l’autenticità dei messaggi o di rivolgersi alle associazioni dei consumatori) vediamo le principali truffe elaborate con l’Ia, con l’obiettivo principale di rubare soldi, dati personali e identità, creando operazioni e documenti falsi:
1) e-mail e messaggi di testo altamente personalizzati e convincenti, che sembrano in tutto e per tutto provenire da banche, assicurazioni o altri servizi (apparentemente) governativi: controllare sempre l’url, che deve contenere la «s» finale (https://);
2) video falsi ma incredibilmente realistici con i quali i truffatori utilizzano celebrità, politici o persino familiari e amici che dicono o fanno cose che non hanno mai fatto, inducendo a fidarsi di loro;
3) creare profili falsi (ma che sembrano appartenere a persone reali) sui social media;
4) simulare conversazioni umane (chatbot) per impersonare falsi rappresentanti del servizio clienti o altri funzionari;
5) manipolare prezzi e recensioni di prodotti e servizi online (sempre sui principali social network), influenzando le decisioni di acquisto dei consumatori con offerte che si dimostrano poi tutto tranne che un affare.
Infine, con l’Ia stanno andando a nozze anche le truffe romantiche, con la creazione di falsi profili su siti di incontri o app, di persone interessate a una relazione, per manipolarle e indurle a inviare denaro o dati personali. Info: Adiconsum Bergamo, presso la sede della Cisl, in via Carnovali 88/A. Tel: 035.324580; e-mail: [email protected].
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