Con le nuove regole sui fringe benefit più potere d’acquisto

LA MISURA. Sale a mille euro la soglia di non imponibilità. Rientra anche il pagamento di bollette di acqua, luce, gas. Razzino: «Il vantaggio è l’esenzione dalla tassazione».

«L’innalzamento a mille euro della soglia di non imponibilità dei fringe benefit ai dipendenti - a 2mila euro in presenza di figli a carico - è una misura contenuta nella manovra di Bilancio 2024 da apprezzare, perché rappresenta uno strumento utile per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori. E allo stesso tempo consente ai datori di lavoro di erogare il beneficio per intero, esente da tassazione e contribuzione».

Vecchia esenzione a 258,23 euro

Marcello Razzino, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Bergamo, a commento del documento sul tema diffuso dalla Fondazione studi dell’organizzazione professionale, evidenzia soprattutto «il grande vantaggio dell’esenzione dalla tassazione», degli importi erogati sotto forma di beni e servizi nei limiti di importo sopra riportati. «Normalmente l’esenzione si ferma alla soglia di 258,23 euro, ma già in passato, in occasione di situazioni particolari, la soglia era stata elevata. In questo caso, è stato deciso di alzare l’importo per venire incontro all’aumento del costo della vita che non ha sempre un riscontro nell’incremento delle retribuzioni». È importante sottolineare che l’eventuale superamento della soglia del beneficio erogato comporta le totali tassazione e contribuzione sull’intero importo, non solo sulla differenza.

Il documento della Fondazione studi offre un’analisi dei fringe benefit, ovvero quei «vantaggi» aggiuntivi erogati dai datori di lavoro ai dipendenti sotto forma di beni o servizi alla luce delle novità introdotte dal legislatore per l’anno fiscale 2024. I fringe benefit corrisposti dal datore di lavoro ai propri dipendenti sono, a tutti gli effetti, una retribuzione in natura, che comunemente viene riconosciuta in aggiunta alla retribuzione ordinaria allo scopo di migliorare il benessere del lavoratore. L’erogazione degli stessi per i datori di lavoro rappresenta, invece, una concreta leva per un incremento della motivazione e dell’efficienza lavorativa, nonché uno strumento efficace per attrarre figure professionali qualificate, o favorire la loro permanenza all’interno dell’azienda.

Dall’auto alle polizze

Esempi comuni di fringe benefit sono l’uso promiscuo dell’auto aziendale, l’assegnazione di abitazioni, la fornitura di dispositivi come smartphone o computer, prestiti a condizioni agevolate, polizze assicurative, contributi per la formazione professionale, abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico.

Negli ultimi anni i fringe benefit sono stati oggetto di particolare attenzione da parte del legislatore con l’intento di sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori. Diversi gli interventi che hanno elevato la soglia di esenzione fiscale (da 258,23 a 500, 600, 3mila euro) ampliando anche la platea dei beni e servizi (si pensi al rimborso delle utenze domestiche). Con la legge di Bilancio 2024 il legislatore ha previsto che, limitatamente all’anno fiscale 2024, non concorrono a formare il reddito entro il limite complessivo di mille euro (anziché 258,23), il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, delle spese per l’affitto della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa. Per i lavoratori dipendenti con figli a carico la soglia è elevata a 2mila euro (compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi o affidati).

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