Domanda di uova in forte crescita: «Produzione frenata da norme Ue»

IL MEETING A BERGAMO. Domanda in crescita e offerta sostanzialmente ferma. È questa la fotografia del comparto delle uova, restituita durante il meeting internazionale sulla filiera, che si è svolto in questi giorni proprio a Bergamo.

Domanda in crescita e offerta sostanzialmente ferma. È questa la fotografia del comparto delle uova, restituita durante il meeting internazionale sulla filiera, che si è svolto in questi giorni proprio a Bergamo, con tanti momenti di confronto fra gli operatori europei appartenenti all’Euwep (European Union of Wholesale with Eggs, Egg Products, Poultry and Game), Eepa (European Egg Processors Association) e Eepta (European Egg Packers and Traders Association).

Alla soddisfazione per l’aumento dei consumi si affianca una preoccupazione crescente per le normative europee sul benessere animale, che di fatto impediscono alle aziende di aumentare la produzione come vorrebbero. Nel contempo, ci sono Paesi extra Ue che esportano verso il nostro continente ovoprodotti che non rispettano gli stessi paletti, rappresentando una vera e propria concorrenza sleale.

Le nazioni che oggi esportano più uova verso l’Europa e l’Italia sono Ucraina (non ancora ammessa all’Unione Europea e di conseguenza libera di applicare leggi interne, ndr), Uk, Macedonia, Bosnia e Sud America, con Argentina in testa. «La domanda di uova continua a crescere, nell’ordine del 5% annuo se analizziamo l’ultimo triennio, ma purtroppo l’offerta non aumenta di pari passo – confermano Maria del Mar Fernandez Poza e Clara Hagen, presidente e segretario generale dell’Euwep, la federazione europea che raggruppa i principali attori protagonisti del comparto, in assemblea all’hotel Palazzo Santo Spirito di Bergamo -. Se oggi le epidemie di aviaria sono sotto controllo (in Italia hanno colpito in particolare il Veneto, mentre all’estero gli Usa, dove l’emergenza è però rientrata), il vero limite è rappresentato dalle normative europee, che si riversano sugli allevamenti con un costo del 16% per garantire il benessere animale, che riguardano spazi, trasporti e qualità della vita. In tal senso, chiediamo di avere regole comuni per evitare la concorrenza sleale di Paesi anche vicini al nostro che non sono soggetti al rispetto delle normative dell’Unione Europea».

Il bergamasco Ruggero Moretti, presidente dell’Eepa, l’associazione europea che raggruppa i produttori di uova, ha organizzato il meeting internazionale portando nella nostra provincia i rappresentanti delle diverse nazioni, che hanno avuto l’opportunità di visitare gli impianti produttivi di Cascina Italia a Spirano, di cui è amministratore delegato insieme alla cugina Silvia Moretti. Il gruppo lavora ben 3 milioni di uova al giorno e più di 700 milioni ogni anno con richieste altissime che hanno portato ad aumentare la produzione ristrutturando gli allevamenti e sviluppando la parte zootecnica. La famiglia Moretti impiega 80 dipendenti per un fatturato che nel 2024 ha raggiunto gli 73 milioni di euro, dei quali 53 sono rappresentati proprio dalla lavorazione delle uova. Leader nel settore avicolo con una filiera agroalimentare integrata, gestisce 3 milioni di galline in 40 allevamenti del Nord Italia.

«Abbiamo mostrato a tutta Europa che a Bergamo c’è un polo produttivo molto importante – afferma Ruggero Moretti -. Anche noi abbiamo registrato una crescita di consumi delle uova che si aggira intorno al 4% (2024 su 2023) nella grande distribuzione organizzata, con segnali di incremento anche nel 2025. I supermercati vendono più uova, che non dimentichiamo essere la proteina animale più democratica al mondo, a fronte di una contrazione di altre referenze alimentari. I costi della produzione sono aumentati ma non si sono riflessi completamente sul prezzo praticato al pubblico, anche se il rischio è che crescano in futuro a causa del divieto di aprire nuovi allevamenti».

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