Export bergamasco, la crescita rallenta. Nei primi nove mesi sfiorati i 15 miliardi

I dati Istat.Tra luglio e settembre le esportazioni frenano del 9% (a 4,8 miliardi) rispetto al trimestre precedente. Mazzoleni (Camera di commercio): «Dati ancora positivi, ma fortemente condizionati dai rialzi dei prezzi».

Sì, è vero, la crescita c’è, ma c’è anche qualche però. L’export bergamasco tra luglio e settembre di quest’anno segna un più 14% rispetto allo stesso trimestre del 2021, attestandosi a 4,85 miliardi di euro. Ma nel confronto con i tre mesi precedenti (aprile, maggio e giugno) lascia sul campo quasi un meno 9%, dato che il valore delle esportazioni superava i 5,3 miliardi. E il paragone con l’aumento registrato a livello regionale e nazionale vede la nostra provincia indietro di qualche punto: più 18,5% la crescita delle esportazioni in Lombardia e più 20,6% nel Belpaese. Il bilancio, comunque, resta positivo nei primi nove mesi dell’anno: Bergamo sfiora i 15 miliardi, contro gli 11 dello stesso periodo del 2021 (più 15,8%)

In aggiunta, il presidente della Camera di commercio, Carlo Mazzoleni, rileva che «la dinamica positiva (del terzo trimestre 2022, ndr) è fortemente condizionata dai rialzi dei prezzi diffusi a quasi tutti i settori merceologici». E, pur in presenza di «dati ancora molto positivi», «la variazione del trimestre è inferiore a quella cumulata, segnale di smorzamento della crescita».

Guerra, caro energia e inflazione non hanno prodotto effetti catastrofici sulle vendite dei prodotti orobici all’estero

Bene, insomma, ma non benissimo. Per quanto Bergamo si collochi al nono posto tra le province italiane, dietro Milano, Ascoli Piceno, Siracusa, Torino, Brescia, Cagliari, Vicenza e Modena. Considerando i primi nove mesi dell’anno, poi, mantiene il quinto posto. Stando ai dati Istat, le importazioni nel terzo trimestre toccano quota 3,6 miliardi (più 31%) e il saldo della bilancia commerciale resta in territorio positivo per 1,2 miliardi, in calo però rispetto agli 1,4 miliardi dell’analogo periodo dell’anno scorso.

Messi insieme tutti questi numeri, si può dire che - almeno finora - guerra, caro energia e inflazione non hanno prodotto effetti catastrofici sulle vendite dei prodotti orobici all’estero.

Nel Paese da cui tutto è partito - la Russia - le esportazioni bergamasche hanno però subito un notevole ridimensionamento, passando da oltre 174 milioni (è il dato complessivo dei primi nove mesi dell’anno scorso) a poco più di 120, pari a un meno 31%. Quelle verso la Bielorussia si sono praticamente dimezzate, da circa 13 a 6,5 milioni, ma il valore è molto modesto, e anche quelle verso l’Ucraina si sono ridotte di 8 milioni (da 31 a 23). Cambiando zona e contesto, l’export verso il Qatar, dove si stanno per concludere i Mondiali di calcio, è in leggero aumento: da 24,6 milioni a quasi 31.
Per il resto, sono tutte in aumento le variazioni delle esportazioni verso i primi 10 paesi per interscambio commerciale con Bergamo: a guidare la classifica è sempre la Germania (più 20%), seguita da Francia (più 12%), Stati Uniti (più 36%), Spagna (più 5,8%), Regno Unito (più 13,4%), Polonia (più 16%), Svizzera (più 22,5%), Cina (più 9%), Paesi Bassi (più 6,8%) e Austria (più 14,6%). E anche per area geografica di destinazione le variazioni sono tutte positive, salvo Africa settentrionale (meno 0,1%), altri paesi africani (meno 8,4%) e Asia centrale (meno 7,5%).

Anche le variazioni degli otto settori trainanti dell’export provinciale sono tutte precedute dal segno più: macchinari (1.313 milioni, più 8,4%), prodotti chimici (755 milioni, più 18%), metalli di base (670 milioni, più 25%), gomma e materie plastiche (476 milioni, più 14,7%), mezzi di trasporto (467 milioni, più 18,8%), apparecchi elettrici (326 milioni, più 12%), tessile e abbigliamento (268 milioni, più 3%) e alimentari (278 milioni, più 12,7%). L’attesa è per la parte finale dell’anno, che andrà ad incidere, in positivo o negativo, sul dato complessivo dell’intero 2022.

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