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Martedì 09 Settembre 2025
Il made in Bergamo che piace alla Corea: macchinari e lusso
L’INTERSCAMBIO. Nel 2024 export orobico a 97,6 milioni Primo trimestre in calo, ma alcuni comparti corrono. Tra i settori più promettenti la robotica e il biomedicale.
La Corea del Sud è uno dei mercati più dinamici e strategici dell’Asia-Pacifico, quarta potenza regionale e 12a economia mondiale. Non a caso l’ambasciata d’Italia a Seoul ha pubblicato la guida «Diplomazia della crescita: Corea del Sud», uno strumento operativo per aiutare le imprese italiane a orientarsi.
Il quadro macroeconomico di Seoul è solido: crescita stabile, investimenti in ricerca e sviluppo per più del 4,6% del Pil, una manifattura competitiva nei settori hi-tech e una classe media con elevata capacità di spesa. Il Paese vanta infrastrutture avanzate, forte propensione all’innovazione e un accordo di libero scambio con l’Unione europea che ha già ampliato in modo significativo i flussi commerciali. Per l’Italia, la Corea del Sud è il primo partner in Asia in rapporto alla popolazione, con un interscambio che nel 2024 ha superato gli 11 miliardi di euro e una quota di export pari a oltre 6 miliardi .
L’appeal delle nostre merci
In questo contesto si inserisce la performance dell’export bergamasco, che nel 2024 ha raggiunto quota 97,6 milioni di euro. La prima voce è rappresentata da macchinari e apparecchiature industriali, che pesano per oltre il 31% delle vendite complessive verso Seoul, seguiti da prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (20,7 milioni, più del 21% del totale), che evidentemente intercettano l’interesse dei consumatori coreani per il lusso europeo (per la Corea l’Italia è il primo fornitore di pelletteria e terzo nell’abbigliamento). Le esportazioni di prodotti chimici e farmaceutici arrivano a 10,4 milioni, mentre sono testa a testa, a quota 8,7 milioni circa, metalli lavorati e componentistica, destinati a un Paese che resta tra i principali hub mondiali per l’industria automobilistica, e alimentari e bevande.
Nonostante le vendite delle imprese orobiche verso Seoul abbiano registrato un calo nel primo trimestre 2025, alcuni settori hanno avuto exploit significativi: è il caso degli apparecchi elettrici (più 216%), farmaceutica e chimica (più 150%), computer, apparecchi elettronici e ottici (più 60%), ma anche tessile-moda (più 7,7%) e mezzi di trasporto (più 5,6%).
L’interscambio con la Corea del Sud
La pubblicazione dell’ambasciata d’Italia a Seoul, disponibile anche online, individua i settori più promettenti per il futuro: da quelli collegati alla transizione verde (per smarcarsi dalle forti importazioni di combustibili fossili il governo sta facendo forti investimenti in eolico offshore, fotovoltaico e idrogeno verde, creando opportunità di partnership), all’intelligenza artificiale, dalla robotica al biomedicale. In particolare, la Corea mira a diventare una delle tre principali potenze nel campo dell’intelligenza artificiale entro il 2030 e ha istituito la Korea Aerospace Administration (Kasa) per ambiziosi programmi spaziali (allunaggio 2032, Marte 2045).
Il sistema Italia
La guida - realizzata con il contributo del «Sistema Italia» in Corea (Istituto italiano di cultura, Ufficio Ice, Camera di commercio italiana in Corea, Ufficio Enit), in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, Sace e Simest - si inserisce tra le iniziative del Piano d’azione per il sostegno all’export italiano nei mercati ad alto potenziale, lanciato nel marzo di quest’anno dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che individua la Corea del Sud e la regione Asia-Pacifico tra le aree prioritarie per la proiezione economica dell’Italia nel mondo.
A rafforzare questo ponte economico contribuiscono anche strumenti come «High Street Italia», vetrina permanente del made in Italy a Seoul. Un lavoro sinergico che consente alle imprese di superare barriere culturali, linguistiche e regolamentari e di inserirsi in filiere produttive globali guidate da colossi come Samsung, Hyundai e Lg.
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