«Latte, il settore cresce ancora ma allerta costi per le materie prime»

L’assemblea Assolatte . Il presidente Zanetti: «Bene produzione ed export. Per alcuni prodotti come i formaggi freschi rischi sulle vendite future».

Appuntamento importante ieri per il settore lattiero-caseario a Milano, con l’assemblea generale di Assolatte. Il comparto continua ad essere assolutamente strategico per il made in Italy, un asset a cui il sistema Italia non può rinunciare in termini di qualità, economia e posti di lavoro: nel 2023 ci sono stati segnali di ripresa per il settore, nonostante sia ancora alta la guardia soprattutto per i costi delle materie prime, che continuano a crescere e che potrebbero avere ripercussioni future su alcune tipologie di formaggio.

Anche il presidente di Assolatte, il bergamasco Paolo Zanetti, ha definito l’anno appena trascorso «sostanzialmente positivo, nonostante i mille problemi con cui ci siamo confrontati. La crescita dei costi di produzione, gli elevati tassi di interesse, le storiche difficoltà competitive non hanno infatti impedito al settore di chiudere l’anno con una crescita di produzione (+2,2%) ed export (+5,7%), in controtendenza rispetto all’industria nel suo complesso». Per Zanetti, però, «non è tutto oro quello che luccica. Alcuni prodotti vivono particolari difficoltà, come i consumi di latte alimentare, che continuano a diminuire; i produttori di mozzarella competono in un segmento fortemente concorrenziale, gli industriali del burro sono alle prese con fenomeni speculativi ed hanno enormi difficoltà a trasferire a valle gli altalenanti costi di produzione».

A proposito dei costi, il presidente Assolatte ha citato lo studio Assolatte/Teha Ambrosetti che conferma che la crescita dei costi delle materie prime: «Per tanti prodotti siamo vicini al punto di rottura – aggiunge Zanetti -. Nel mercato nazionale ed internazionale ci sono limiti che non possono essere superati. Sono a rischio le vendite e le esportazioni, soprattutto dei formaggi freschi che hanno un ruolo chiave per il nostro export».

Grandi preoccupazioni destano poi i prodotti di sintesi, «che alcuni - aggiunge il presidente - vorrebbero somministrare ai consumatori senza adeguate garanzie di sicurezza e imitando, inoltre, i nomi che sono e devono rimanere patrimonio del nostro settore».

E il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenuto all’assemblea, ha spiegato che, «come governo continueremo a essere al vostro fianco, lavorando in sinergia per sfruttare appieno le infinite potenzialità di crescita dei prodotti lattiero caseari e difendendo le nostre eccellenze da ogni modello che le aggredisce, sia sul piano interno, sia a livello internazionale a cominciare dall’Ue».

Da parte sua l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, si è concentrato sul fattore qualità: «La qualità paga – ha detto –: lo dimostrano i numeri sia dell’export che i risultati sui mercati esteri delle grandi Dop, a partire dal Grana Padano». Circa metà del latte prodotto in Lombardia è utilizzata per la produzione di formaggi Dop, che si confermano come importante «strumento di valorizzazione della materia prima latte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA