«Lavoro, ora i giovani vogliono sostenibilità e più smart working»

Il termometro L’a.d. di Adecco Malacrida: ciò che manca è un programma di defiscalizzazione per fasce di età. A Bonate Sopra aperta la filiale numero 14 dell’agenzia.

«I candidati giovani chiedono un ambiente di lavoro sano, in cui confrontarsi in maniera informale con i propri referenti e colleghi, chiedono lo smart working, adattabilità e formazione e non sono più legati al contratto a tempo indeterminato». Ad affermarlo è Andrea Malacrida, amministratore delegato di Adecco, in occasione dell’apertura di una nuova sede dell’agenzia in Bergamasca. Quella di Bonate Sopra è la filiale numero 14 aperta da Adecco nella provincia, che conta qui 80 dipendenti diretti e gestisce circa 3 mila addetti nei vari settori, il 40% dei quali assunti a tempo indeterminato attraverso la formula dello staff leasing.

Proprio questo modello di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, attivo da circa 10 anni in Italia e oggetto a continui aggiornamenti, assicura alle aziende una fornitura professionale di manodopera senza gli oneri dell’assunzione diretta. Il lavoratore, infatti, è formalmente assunto dall’agenzia del lavoro con i vantaggi e gli svantaggi che ne derivano. Se da una parte il dipendente non deve preoccuparsi troppo dell’andamento del mercato perché ha la tranquillità di poter essere ricollocato, proprio in questi giorni la Cgil di Bergamo ha riportato la questione contratto di leasing al centro del dibattito, in previsione del’imminente scadenza, il 30 giugno prossimo, di due contratti collettivi nazionali, quello sottoscritto con Assolavoro e l’altro con Assosomm.

Secondo i dati forniti dal sindacato, a Bergamo sono circa 17.900 i lavoratori dipendenti di agenzie di somministrazione, ovvero l’11% degli occupati in somministrazione in Lombardia a cui il sindacato mira a garantire maggiori tutele.

«Flessibilità determinante»

Al di là della discussione in atto, il contratto di staff leasing, così come il lavoro delle agenzie dedicate al reclutamento di personale sta, al momento, fornendo una serie di risposte a dei bisogni concreti. Infatti, Malacrida spiega: «La flessibilità e una soluzione determinante per le nostre aziende e normalmente la percentuale di chi viene stabilizzato supera il 30%, ma al contempo sono cambiati gli strumenti legislativi al servizio delle imprese e questo ha inficiato sulla stabilità dei contratti. - Poi continua, - Il nodo sono le politiche attive sul lavoro e la creazione di percorsi di armonizzazione delle età e delle professionalità dei dipendenti anche all’interno delle stesse aziende. Gli imprenditori cercano sia professionisti giovani che figure senior, ma manca un programma di defiscalizzazione del lavoro che funzioni per fasce d’età e agevoli entrambi gli ingressi». A questo si aggiunge l’incertezza e l’instabilità dei mercati che impedisce alle aziende di pronosticare il futuro e alimenta, anche in Bergamasca, i contratti a termine o in somministrazione rispetto agli indeterminati. Su questo punto l’a.d. di Adecco chiarisce: «L’interpretazione dei vari fattori che impattano sulle scelte manageriali ha degli orizzonti complessi in questi anni e la programmazione degli investimenti, ovviamente, ne risente. Però abbiamo una situazione di traino delle attività esplose durante la pandemia che portano oggi settori come logistica, ristorazione e cura della persone al centro delle ricerche di impiego. Qui, - spiega, - si incontrano le maggiori difficoltà nel recuperare professionalità».

Secondo i dati forniti dal sindacato, a Bergamo sono circa 17.900 i lavoratori dipendenti di agenzie di somministrazione, ovvero l’11% degli occupati in somministrazione in Lombardia a cui il sindacato mira a garantire maggiori tutele

Il problema è concreto e alla ribalta della cronaca: tra noti chef e famosi imprenditori che si schierano contro giovani «svogliati» e chi risponde loro, sottolineando la mancanza di compensi adeguati, Malacrida commenta: «Io non amo le analisi umorali: c’è un reale mismatch delle competenze e se Renzi bene aveva fatto con l’alternanza scuola-lavoro, non in tutte le realtà questo strumento funziona e qui è la parte ministeriale a dover intervenire. Ho totale rispetto della professione del docente, ma i programmi non si legano all’evoluzione del mercato professionale».

Infine, salta all’occhio una richiesta di professionalità che fino ad oggi non aveva acceso i riflettori su di sé: l’ambito delle risorse umane ha registrato un vero e proprio boom con le ricerche di specialisti HR aumentate del 197%. «Durante la pandemia e il post pandemia la gestione del personale si è complicata molto, così come l’accesso ai luoghi di lavoro, l’introduzione del telelavoro e la conseguente gestione dei team, tutti elementi che devono essere gestiti da figure con competenze maggiori rispetto a prima» conclude l’a.d. di Adecco.

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