Le partite Iva tornano a crescere: sono più di 5 milioni

Tornano a salire dopo la pandemia del 2020 gli appartenenti al «popolo delle partite Iva», quello che ha caratterizzato lo sviluppo economico di molte aree del Paese, soprattutto a Nordest.

Ma scende il numero delle categorie tradizionali del lavoro autonomo come artigiani, commercianti e agricoltori, a vantaggio di nuove professioni come consulenti, amministratori di condominio o addetti web. Il quadro viene tracciato dalle elaborazioni dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia).

La platea degli autonomi al 31 dicembre 2023 era di oltre 5 milioni, un numero in leggero aumento rispetto al pre-Covid ma ben lontano dai 6,2 milioni di vent’anni fa. Una crescita che però non è uniforme, secondo i dati dei primi 9 mesi dello scorso anno: crescono il Molise (+8,4%), la Liguria (+8,2%), la Calabria e l’Emilia Romagna (+5,6%), ma scendono Abruzzo (-4,9%), Umbria (-5,6%), Trentino Alto Adige (-8,4%) e Marche (-10,1%).

Aumentano nuove professioni come consulenti e addetti web Calano artigiani e commercianti Salvini: «È merito della flat tax»

Tra le categorie classiche, fra il 2014 e il 2022 il numero era sceso di 495mila unità: gli agricoltori sono diminuiti di 33.500 unità (-7,5%), i commercianti di 203.000 (-9,7%) e gli artigiani di quasi 258.500 (-15,2%).

Secondo la Cgia, comunque, il trend positivo registrato dallo stock di lavoratori autonomi negli ultimi tre anni è sicuramente ascrivibile alla ripresa post Covid, e anche l’introduzione del regime forfettario per ricavi inferiori a 85mila euro. Non è però da escludere - si sottolinea - che la crescita corrisponda alle «false» partite Iva, grazie al boom dello smart working.

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha espresso soddisfazione per la crescita delle partite Iva e sostiene che è stato possibile anche grazie alla flat tax. «Per la Lega è una soddisfazione doppia - ha dichiarato - perché raccogliamo i frutti anche della Flat tax».

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