L’IA che facilita la riabilitazione: anche Tecnobody nel progetto
COINVOLTE SETTE REALTÀ. Il valore complessivo della sperimentazione, che si concluderà nel 2027, supera i 6,5 milioni di euro, di cui oltre 3,1 milioni finanziati dalla Regione.
Lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale, applicati a dispositivi medici, per migliorare la riabilitazione. È questo l’obiettivo che si propone «Redriwe», acronimo di Rehabilitation dynamic robotic intelligent weareable platform, progetto di sviluppo tecnologico in ambito medicale che ha riunito sette realtà lombarde ed è co-finanziato da Regione Lombardia attraverso il bando «Collabora & Innova».
Il progetto di teleriabilitazione che Tecnobody - realtà da 95 dipendenti e oltre 11 milioni di fatturato - ha lanciato sul mercato da un anno e mezzo, si chiama «Homing training» e «permette di «trasformare la televisione di casa in una sorta di specchio digitale»
Capofila della sperimentazione sono gli Istituti clinici scientifici Maugeri di Pavia, che guidano un gruppo di quattro realtà specializzate nella realizzazione di macchinari e dispositivi per la riabilitazione, tra cui le milanesi Bts Bioengineering e Sensoria, la bresciana Idrogenet e la bergamasca Tecnobody. Marco Esposito, membro del dipartimento di ricerca e sviluppo di Tecnobody e responsabile del progetto per l’azienda con sede a Dalmine, spiega: «Da tempo abbiamo messo a punto un dispositivo medico che permette al paziente di svolgere la propria riabilitazione a casa, con lo sviluppo di una piattaforma di IA based, elaborata su dati specifici, potremo migliorare sia questo prodotto che, in generale tutti nostri macchinari».
Il progetto di teleriabilitazione che Tecnobody - realtà da 95 dipendenti e oltre 11 milioni di fatturato - ha lanciato sul mercato da un anno e mezzo, si chiama «Homing training» e «permette di «trasformare la televisione di casa in una sorta di specchio digitale», spiega Esposito, sottolineando come la videocamera integrata consenta di riconoscere lo scheletro e la costituzione del paziente, «rilevando il funzionamento qualitativo e quantitativo del movimento».
Da remoto il terapista è in grado di verificare il risultato e l’andamento della riabilitazione attraverso una stazione di controllo. Grazie al progetto Redriwe, la realtà bergamasca si propone di sviluppare in ottica 3D la sensoristica di Homing, ma non solo. Medas, unico partner informatico del progetto, dovrà raccogliere i dati forniti per estrarre un modello da implementare su tutti i dispositivi medici, in grado di «predire e adattare protocolli riabilitativi sulle esigenze del paziente», come conferma Esposito. In Redriwe gioca un ruolo anche l’Università Cattolica di Milano, incaricata della valutazione psicologica del paziente durante tutta la fase di test condotta all’interno degli Istituti di Pavia.
Il valore complessivo della sperimentazione, che si concluderà nel 2027, supera i 6,5 milioni di euro, di cui oltre 3,1 milioni finanziati dalla Regione. «Per noi è stata fondamentale la collaborazione già in essere con le cliniche Maugeri - conferma Esposito -. Alla fine ciò che tutti potremo ottenere è una piattaforma intelligente in grado di aiutare il lavoro dei terapisti»
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