L’Italia verso l’austerity: 1 grado in meno in casa per risparmiare

Una vita più sobria, il ministro Cingolani: non servono misure d’emergenza.

Negli anni Settanta del Novecento, gli sceicchi fecero andare a piedi gli italiani la domenica. Negli anni venti del Duemila, Putin farà abbassare la temperatura in casa? Uno studio dell’Enea, presentato con la benedizione del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, spiega che abbassando di 1 grado la temperatura in casa e riducendo l’accensione del riscaldamento di 1 ora al giorno e di 15 giorni all’anno, risparmieremmo quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas annui. Ovvero, 1 decimo di quello che importavamo dalla Russia quando è scoppiata la guerra (29 miliardi di metri cubi). D’altronde, sottolinea il ministero, i tagli di Mosca alle forniture giornaliere sono solo marginali e quindi per ora non c’è proprio bisogno di nessuna misura d’emergenza. Serve invece «sobrietà».

Campagna di informazione

Il governo, spiega il ministro, sta preparando una grande campagna di informazione, stile Pubblicità Progresso, per insegnare agli italiani a risparmiare il gas e l’acqua, l’altro bene primario sempre più scarso. «Se gli utenti non sono sensibili al risparmio, le politiche sono inutili». Ma al momento, la situazione del metano non è allarmante. Snam ha annunciato che gli stoccaggi per l’inverno sono arrivati già al 64%, a 6,1 miliardi di metri cubi: l’obiettivo del 90% a fine anno è sempre più vicino. Sempre che lo zar non ci metta lo zampino, e decida di chiudere del tutto i rubinetti. La questione non è però all’ordine del giorno ed il Mite tranquillizza: «stante questa situazione, non è prevista l’attuazione di piani di emergenza energetica con misure di risparmio straordinarie».

La ricerca propone anche la riduzione di 1 ora al giorno dell’accensione: può contribuire ad una diminuzione del 3,6% del consumo. Attuando in contemporanea queste due misure, e aggiungendo la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas

La campagna informativa non è una stretta, anche se prepara il terreno ad eventualità peggiori vista la situazione di incertezza internazionale. Uno studio dell’Enea ipotizza l’abbassamento di 1 grado dei termostati, dai 20 gradi abituali a 19, per ottenere un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico del 10,7%. La ricerca propone anche la riduzione di 1 ora al giorno dell’accensione: può contribuire ad una diminuzione del 3,6% del consumo. Attuando in contemporanea queste due misure, e aggiungendo la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas (1,65 miliardi dalla diminuzione di 1 grado e 550 milioni dalla riduzione di un’ora giornaliera). Il beneficio sarebbe anche per le tasche degli italiani. Sul fronte delle bollette, queste proposte possono originare un risparmio complessivo, calcolato ai prezzi attuali, di 178 euro all’anno per famiglia.

Un ulteriore risparmio di 3,6 miliardi di metri cubi all’anno secondo Enea può venire dall’utilizzo delle pompe di calore elettriche, già installate per il condizionamento estivo, anche per il riscaldamento invernale; la riduzione dell’uso del gas per acqua calda sanitaria e cucina; il minor consumo di energia elettrica grazie a un uso migliore degli elettrodomestici. Ma non basta: altri 0,4 miliardi possono essere risparmiati con la sostituzione di elettrodomestici e climatizzatori con modelli ad alta efficienza e con lampadine a LED.

Al di là della campagna per risparmiare gas nelle case, il governo ha comunque pronti i suoi piani di emergenza, che ora non intende usare. L’obiettivo primario è arrivare al 90% degli stoccaggi alla fine dell’anno. A quel punto, anche se Putin chiudesse i rubinetti, l’Italia riuscirebbe a passare l’inverno in tranquillità. A primavera poi cominceranno ad arrivare le nuove forniture che l’Eni ha trovato in giro per il mondo, soprattutto in Africa, e l’Italia sarà salva dai ricatti dello zar. La sostituzione dei circa 30 miliardi di metri cubi importati annualmente dalla Russia avverrà in maniera progressiva già a partire da quest’anno con un iniziale apporto di circa 6 miliardi di metri cubi da altri Paesi, che aumenteranno a circa 18 miliardi nel 2023 per stabilizzarsi a circa 25 miliardi di metri cubi nel 2024. Se però Putin decidesse di tagliare pesantemente le forniture, il governo potrebbe decidere di passare dall’attuale stato di pre-allarme per il sistema del gas a quello di allarme.

Le utenze domestiche non sarebbero toccate, ma le industrie dovrebbero autoridursi i consumi. Se poi la Russia dovesse tagliare del tutto il flusso, si passerebbe al livello di emergenza. Il governo potrebbe ridurre il gas a centrali elettriche ed industrie, stabilire soglie massime di temperatura, sospendere le tutele di prezzo, chiedere alle società energetiche di usare tutto il gas che trasportano, attingere alle riserve strategiche e all’aiuto di altri Stati

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