Meccanica orobica a 2 facce: trasporti ok,
va male la siderurgia

CONGIUNTURA. Nel primo trimestre il settore rallenta e tra gli imprenditori torna l’incertezza per il futuro. Piccinali: «Si sta riducendo la propensione a investire».

Sono in chiaroscuro i dati della congiuntura meccanica bergamasca per il primo trimestre e rispecchiano l’andamento nazionale dello stesso periodo che evidenzia un rallentamento della produzione, che avanza sì del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, confermandosi però sugli stessi livelli dell’ultimo trimestre del 2022, mostrando andamenti molto differenti tra un comparto e l’altro.

A livello provinciale, questi picchi di andamento differente tra settori sono ancora più evidenti: meglio di tutti sono andati i mezzi di trasporto, cresciuti a doppia cifra sul trimestre precedente (+17%) ma anche nel confronto con lo stesso periodo del 2022 (+13%); in linea con la media generale provinciale la meccatronica (+4%); mentre appare in grande affanno il comparto siderurgico, fermo rispetto ai tre mesi precedenti e decisamente negativo rispetto al confronto con l’anno prima (-8%).

Utilizzo impianti differente

Come detto, sono variazioni coerenti con le tendenze regionali e che si rispecchiano nella diversa dinamica colta dal tasso di utilizzo degli impianti, registrato nel trimestre all’81% per i mezzi di trasporto, al 78% per la meccatronica e soltanto al 68% per la siderurgia, un valore di diversi punti inferiore al benchmark di medio-lungo periodo.

L’ipotesi del rallentamento, o addirittura della recessione, che era attesa per la prima parte dell’anno, è stata dunque per buona parte scongiurata. Rimangono, tuttavia, le incertezze sulla tenuta per il secondo e per il terzo trimestre dell’anno. Questa incertezza di fondo, che si proietta sull’attività a venire, è riscontrata nell’indagine trimestrale di Federmeccanica che evidenzia un saldo negativo delle risposte degli imprenditori bergamaschi sulla produzione (27% di giudizi favorevoli e 33% di giudizi sfavorevoli) con le scorte sono segnalate in aumento, a indicare un possibile rallentamento del ciclo, il portafogli ordini è in contrazione, mentre a livello nazionale è nullo (29% in aumento e 29% in diminuzione). Infine le imprese disponibili a effettuare investimenti scendono al 70%, una quota ancora importante ma che fa emergere difficoltà crescenti in questo ambito.

«Il contesto d’inizio 2023 resta difficile - spiega Agostino Piccinali, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo -: se da un lato la metalmeccanica orobica conferma la grande capacità di adattamento, dall’altro emergono andamenti molto differenziati fra i vari comparti. In generale, inoltre, si sono fatti più evidenti segnali meno positivi, come la riduzione della propensione a investire, legata sia alla prolungata incertezza dei contesti internazionali, che genera prudenza, sia ai forti rialzi del costo del denaro. Quest’ultimo è un fattore di grande criticità che potrebbe rallentare i percorsi di innovazione e adeguamento tecnologico delle nostre imprese, indispensabili per mantenere e accrescere la competitività sui mercati».

Bene macchinari e medicale

Tornando ai dati nazionali Federmaccanica, per quello che riguarda i vari settori, anche qui molto bene gli altri mezzi di trasporto (+13,3% rispetto allo stesso trimestre del 2022) e gli autoveicoli e rimorchi (+5,1%), come anche le macchine e gli apparecchi meccanici (+4,9%) e bene anche computer, radio tv, strumenti medicali e di precisione (+4,2%), mentre anche qui spiccano le contrazioni nelle attività della metallurgia (-7,2%), mentre più contenute sono state le perdite di produzione registrate nelle fabbricazioni dei prodotti in metallo (-1,7%) e delle macchine e apparecchi elettrici (-1,2%).

Le prospettive presso un campione di imprese metalmeccaniche e meccatroniche associate, confermano la situazione di incertezza, con il «sentiment» aziendale ancora zavorrato dalle conseguenze economiche e umanitarie del prolungamento del conflitto russo-ucraino che impatta sui prezzi delle materie prime energetiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA