Offerta cinese per Mediaworld: «Contratti dei dipendenti rispettati»

L’OPERAZIONE. L’offerta di Jd per il controllo del gruppo Ceconomy, azionista anche di Unieuro, è di 2,2 miliardi di euro.

Il colosso cinese Jd vuole comprare Mediaworld, Mediamarkt e Saturn. Salvi, almeno per i prossimi tre anni, i contratti dei lavoratori delle tre catene, nonché gli accordi sindacali e tutti i punti vendita, compresi quelli in bergamasca.

I timori per i dipendenti

«L’indipendenza operativa di Ceconomy verrà preservata: gli accordi con gli investitori impegnano Jd a rispettare la strategia di crescita del gruppo, i contratti dei dipendenti, il posizionamento dei punti vendita e la scelta dei marchi nei negozi», si legge in una comunicazione ufficiale diffusa da Ceconomy, la holding che controlla Mediaworld, Saturn e una parte di Unieuro. Dovrebbero dunque restare aperti i punti vendita Mediaworld di Orio al Serio, Curno e Stezzano, la cui forza-lavoro sembra al momento essere al sicuro da tagli ed esuberi. Non è invece chiaro cosa accadrà a Unieuro: l’ingresso di Jd potrebbe cambiare i modelli di sviluppo della catena, che solo in Bergamasca conta una decina di negozi, ma non ci sono ancora commenti ufficiali al riguardo.

Il gigante dell’ecommerce cinese

La dichiarazione di Ceconomy arriva dopo giorni di attesa da parte del mercato: a luglio, il gruppo cinese dell’ecommerce Jd ha avanzato un’offerta di acquisto per la holding tedesca che possiede i marchi Mediaworld, Mediamarkt e Saturn. Il gruppo con sede a Dusseldorf è anche uno dei principali investitori di Unieuro, attraverso una partecipazione nel gruppo della Gdo francese Fnac Darty. L’offerta, si legge in una comunicazione diffusa dal gruppo Ceconomy, è di 2,2 miliardi di euro, ovvero 4,60 euro per azione. Investitori strategici come Haniel, Beisheim e Freenet hanno già siglato degli accordi vincolanti, grazie ai quali Jd salirà al 32% della holding.

La famiglia riduce le quote

La famiglia Kellerhals - gli eredi del fondatore di Mediamarkt e Saturn Erich Kellerhals - hanno firmato una riduzione della propria quota azionaria, che scenderà così dal 30% al 25% circa. Nessuna opposizione alla scalata dal management dell’azienda, né (per ora) dai governi di Germania, Francia e Italia. Resta, per Roma, la possibilità di esercitare il Golden power, che però avrebbe ragioni puramente politiche: l’anno scorso, l’acquisizione di Unieuro da parte della francese Fnac era stata approvata senza troppi complimenti.

Preoccupano però le intenzioni di Jd sul mercato europeo. Il colosso cinese è noto in patria per la sua capillare rete logistica, composta da 820 magazzini e 37.600 veicoli. Secondo gli analisti, l’azienda potrebbe portare questo modello in Europa, trasformando i punti vendita di Mediaworld, Saturn e Unieuro in ibridi tra negozi tradizionali e magazzini per il ritiro degli ordini effettuati online.

Nelle mire anche Amazon

Nelle mire di Jd sembra esserci anche Amazon, a cui la compagnia di Pechino vorrebbe rispondere con una rete composta da un migliaio di punti vendita fisici con altrettanti magazzini automatizzati, capaci di evadere gli ordini in poche ore e di unire le vendite online a quelle di persona - storico tasto dolente per il marketplace fondato da Jeff Bezos.

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