Piccole artigiane, più assunzioni. Mancano tecnici edili e impiantisti

La tendenza. Chiamate superiori alla media nazionale.Toscano (Cna): «Si fatica a trovare profili qualificati». E aumentano le stabilizzazioni dopo l’apprendistato.

Gli artigiani, anche quelli di piccole realtà, assumono di più, ma soprattutto stabilizzano i contratti. È questo il dato che emerge da uno studio dell’Osservatorio nazionale Cna che parla di un lieve aumento delle assunzioni (+2,5%) rispetto alla media nazionale (che riguarda tutti i settori) registrata da Istat per il 2022 (+2,4%). Forse il dato più significativo, però, resta quello relativo alla trasformazione di contratti di apprendistato o determinato in tempo indeterminato, aumentati del 26,4% nell’arco dell’anno appena trascorso e segnando, si legge nello studio: «Il miglior risultato dal 2018 a questa parte». La tendenza è riscontrabile anche in Bergamasca, anche se i direttori delle associazioni di categoria analizzano il dato con cautela.

«Gli esiti della nostra indagine raccontano di alcune tendenze sicuramente riscontrabili anche nella nostra provincia - commenta Tomas Toscano, direttore di Cna Bergamo -. Si cercano sia profili lavorativi qualificati e altamente qualificati, sia tecnici come gli edili, gli impiantisti o gli autoriparatori, ma resta la difficoltà di trovare figure adatte, sia per il noto mismatch di competenze tra scuola e lavoro, sia perché sempre meno giovani vogliono dedicarsi al lavoro artigiano, sia perché iniziamo a scontare gli effetti del crollo della natalità». Per Cna, dunque le migliori performance sul mercato del lavoro si legano soprattutto a una situazione dettata dal mercato e quando gli imprenditori trovano le figure che cercano, conclude Toscano, «sono pronti ad assumerle a tempo indeterminato per trattenerle, consapevoli che non sono facilmente rimpiazzabili».

Più cauto è Stefano Maroni, direttore di Confartigianato Bergamo che sottolinea: «I dati del nostro Ufficio studi ci sottolineano come la difficoltà di reperimento di personale sia ancora un problema centrale e sia in crescita rispetto allo scorso anno, ma verificando l’andamento con le realtà con cui lavoriamo sul territorio c’è effettivamente un lieve aumento delle stabilizzazioni nelle aziende artigiane più strutturate, soprattutto nel settore edile, nell’impiantistica, ma anche nella meccanica di precisione e nel legno».

Pietro Bonaldi, direttore di Lia Bergamo aggiunge: «Con l’accelerata avuta dall’economia mi aspettavo un risultato di questo tipo, soprattutto nelle stabilizzazioni che dimostrano anche un minor timore rispetto alla tenuta del mercato, però - prosegue il direttore, - il grosso problema della reperibilità delle figure professionali continua, sia a livello qualitativo che quantitativo, mancando sia per numero che per preparazione». Non è una novità, infatti, che il rimbalzo del mercato, soprattutto nei mesi successivi alla pandemia, abbia costretto gli artigiani a chiedere personale «chiavi in mano», ovvero pronto a operare nell’immediato, dovendo rincorrere richieste aumentate, una maggiore preparazione necessaria e l’impossibilità di approntare periodi di formazione sul campo.

«Anche per questo quando trovano qualcuno capace, o di cui si possono fidare, se lo tengono ben stretto - spiega Remigio Villa, presidente dell’Unione Artigiani di Bergamo, che aggiunge — fino ad ora l’edilizia ha spinto la richiesta, vediamo cosa succederà nel prossimo futuro, anche se la prospettiva registra un incremento dell’occupazione anche nei nostri sondaggi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA