Sciopero dei settori privati l’11 aprile. Interessati in 340mila in Bergamasca

L’AGITAZIONE. Sono potenzialmente 340mila i lavoratori bergamaschi interessati dallo sciopero generale indetto giovedì 11 aprile da Cgil e Uil.

Lo sciopero dei settori privati, indetto a livello nazionale, durerà 4 ore mentre il comparto delle costruzioni si asterrà dal lavoro tutta la giornata. A Bergamo si terrà un presidio di fronte alla Prefettura di via Tasso a partire dalle 14.30 per chiedere maggior sicurezza sui luoghi di lavoro, anche rafforzando le attività di vigilanza e prevenzione.

Cgil e Uil: più sicurezza sul lavoro

«Quando parliamo di salute e sicurezza parliamo di una vera emergenza nazionale -

«Salute e sicurezza sul lavoro sono un a vera emergenza nazionale»

dichiara Marco Toscano, segretario generale della Cgil provinciale -. Il 2023 si è chiuso nel nostro Paese con più di mille morti sul lavoro, circa 585 mila denunce di infortuni, quasi 73mila denunce di malattia professionale. L’inizio del 2024 non è stato affatto migliore. È necessario pretendere un cambio di passo, partendo dal rafforzamento del personale ispettivo, dall’intensificazione dei controlli e da una formazione efficace che consolidi l’espansione di una effettiva cultura della sicurezza».

Tra le rivendicazioni dello sciopero nazionale anche la necessità di una riforma fiscale e contro l’evasione. Pasquale Papaianni, coordinatore Uil di Bergamo spiega: «Riteniamo

«Bisogna prendere in considerazione interventi correttivi e migliorativi attraverso una riforma fiscale»

opportuno che vengano presi in considerazione interventi correttivi e migliorativi per una riforma fiscale che individui le risorse necessarie all’interno delle importanti rendite finanziarie, senza ricorrere a tagli significativi per i lavoratori dipendenti e pensionati. Questa politica, - aggiunge, -dovrebbe puntare alla valorizzazione della maternità, a tutele e garanzie economiche, garantendo politiche fiscali per consentire un equo sostentamento dei figli». «I lavoratori dipendenti e pensionati - scrivono le due sigle sindacali, - pagano oltre il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute. L’evasione complessiva continua ad essere pari a 90 miliardi all’anno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA