Tino Sana prende il largo con la nautica: «Anno di crescita»

I progetti. Il presidente: il Covid ha cambiato il modo d’intendere il lavoro, difficile trovare trasfertisti. «Bolletta elettrica da 1,3 milioni, ora un impianto solare».

Il primo anno del Covid che ha lasciato segno, non solo sui conti. Un 2021 di passaggio con il riavvio dei principali business. Poi la ripresa nel 2022 che ha permesso di riportare i numeri del bilancio ai livelli pre pandemia e per quest’anno, previsioni di crescita trainati dal boom della nautica da sempre core business della «Tino Sana» di Almenno San Bartolomeo. Lo scorso anno il giro d’affari della «sartoria» delle grandi navi da crociera e degli yacht ha sfiorato i 50 milioni. Il 60% generato dal contract navale, il resto parimenti suddiviso tra gli allestimenti delle barche per i big della nautica da diporto e il lavoro per gli hotel e i negozi per i marchi del lusso e dell’orologeria..

«Quest’anno sarà un anno particolare, stiamo lavorando a un paio di navi da crociera importanti, alcune commesse che avevamo a budget nel 2021 sono slittate a causa della pandemia e le stiamo evadendo ora» spiega il presidente Gianpaolo Sana che gestisce l’azienda fondata dal padre Tino, affiancato dal fratello Guido e dalle sorelle Chiara e Aurora.

L’onda lunga del Covid ancora si sente. Alle spalle un 2020 «complicato», ammette il presidente, con le tante difficoltà di gestione di un’organizzazione complessa che vede mediamente una quarantina di persone al lavoro, in distacco, nei diversi cantieri in Italia e e in Europa. «Alla notizia dei primi casi di Covid noi qui ad Almenno abbiamo chiuso quasi subito - ricorda il presidente - difficile è stato far rientrare le persone in trasferta, in particolare i nostri collaboratori che si trovavano in Germania, le famiglie erano preoccupatissime e noi sentivamo il peso della responsabilità». «Chi si è ammalato - aggiunge - si è fatto anche quindi giorni di quarantena chiuso in una cabina della nave, in condizioni non certo semplici. Un brutto periodo». Un’esperienza che ha lasciato il segno. «In Germania non lavoriamo più, avevamo dei contratti già firmati. Oggi, poi. non è facile trovare le persone disponibili ai trasferimenti, il Covid ha cambiato un po’ tutto, anche il modo d’intendere il lavoro ». Proseguono, invece, i lavori nei cantieri di Genova, Sestri Levante e Ancona dove per Fincantieri Tino Sana sta curando per Fincantieri l’allestimento di una nave per Msc .

Ora a trainare è il settore navale. «È un mercato che durante la pandemia è letteralmente esploso e ci ha permesso un ripresa veloce. Il nostro cliente principale è Riva per cui a La Spezia ci occupiamo degli interni degli yacht fino ai 100 piedi, dal Rivale al Corsaro, mentre a Sarnico lavoriamo sulle imbarcazioni più piccole. Abbiamo iniziato la collaborazione anche con Sanlorenzo e Azimut Benetti, altri cantieri ci stanno contattando ma la sfida per noi resta sempre la stessa: crescere senza perdere la qualità, rimaniamo artigiani, artigiani grandi ma il dna resta quello delle origini».

Per sostenere la ripresa previsti due milioni d’investimenti gran parte dei quali per l’acquisto di nuovi macchinari. «Abbiamo riattivato anche la vecchia verniciatura così da poter lavorare su più linee di produzione per rispettare i tempi di consegna». In via di definizione anche il budget per un nuovo impianto fotovoltaico. «Scelta obbligata, consumiamo 2,5 milioni di kilowattora l’anno. Prima dei rincari spendevamo 350 mila euro all’anno di bolletta elettrica, l’anno scorso l’importo è salito a 1,3 milioni. anche ora non va meglio, a gennaio l’importo è stato di 95 mila euro. Con l’impianto che stiamo progettando l’obiettivo è arrivare a coprire con il solare il 50% del fabbisogno. Per farlo abbiamo bisogno di installare i pannelli su una superficie di 5 mila mq, non sono pochi, anche ricoprendo tutti i tetti dei capannoni non basta, stiamo cercando soluzioni ma l’investimento è certo».

Anche Tino Sana sta gestendo, non senza difficoltà, il ricambio generazionale dei collaboratori arrivati oggi a quota 207. « In questi anni abbiamo investito molto sui giovani, nel 2022 ne abbiamo assunti venti ma ora servirebbe inserire qualche figura più matura che però è molto difficile da trovare. I giovani, seppur bravi, hanno bisogno comunque di una guida per crescere bene. Il nostro non è un lavoro di routine, collaboriamo a grandi progetti, serve molta programmazione, non si impara dall’oggi al domani. Quello del personale, come per tutte le aziende è un tema delicato, anche se possiamo contare sulla nostra “Scuola del legno e delle tecnologie” frequentata da un centinaio di ragazzi, il passaggio dai banchi di scuola al lavoro è sempre delicato, necessita tempo e la giusta attenzione».

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