Tute blu, a giugno aumento ristretto: in busta paga «solo» 27 euro in più

I DATI ISTAT. L’Ipca all’1,3% non permette di superare i 100 euro come nel 2023 e 2024. Fim, Fiom e Uilm: «La cifra è insufficiente. Bisogna rinnovare il contratto nazionale».

Cari metalmeccanici, dimenticatevi gli aumenti degli ultimi due anni. Non per qualche strano motivo, ma semplicemente perché l’inflazione è in fase discendente. E l’indice Ipca (al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati), che misura l’inflazione, nel 2024 si è attestato a più 1,3%, che nella busta paga delle tute blu si traduce in un aumento - a far data dal 1o giugno di quest’anno - di 27,70 euro lordi per il livello C3 (ex 5º livello). Una cifra - prevista - e resa nota ieri dall’Istat, ben lontana dai 123 euro di aumento corrisposti a partire da giugno 2023 e dai 137 euro pagati da giugno 2024.

Stando alle previsioni diffuse dall’Istat, infatti, l’Ipca dovrebbe attestarsi al 2% annuo (solo nel 2026 la previsione è dell’1,9%) e i calcoli sono presto fatti. Quindi in quattro anni l’aumento sarebbe inferiore a quello maturato nel solo 2024 di 137 euro

Ecco: essendo che la trattativa sul rinnovo del contratto non si smuove - e la richiesta di aumento da parte di Fim, Fiom e Uilm di 280 euro lordi appare irricevibile da Federmeccanica e Assistal - si può fare un’ipotesi. Se la stesura di un nuovo ccnl prevedesse il solo recupero dell’inflazione, secondo quanto proposto dalle due associazioni di categoria (che prevedono comunque trattamenti migliorativi aggiuntivi), nel quadriennio 2025-2028 l’aumento ammonterebbe a complessivi 129,86 euro. Stando alle previsioni diffuse dall’Istat, infatti, l’Ipca dovrebbe attestarsi al 2% annuo (solo nel 2026 la previsione è dell’1,9%) e i calcoli sono presto fatti. Quindi in quattro anni l’aumento sarebbe inferiore a quello maturato nel solo 2024 di 137 euro.

Il «fanta-accordo»

Ma è soltanto l’ipotesi di un «fanta-accordo», qualora sindacati e associazioni decidessero di riprendere il confronto. Nel frattempo, venerdì prossimo, Fim, Fiom e Uilm torneranno in piazza: le tre sigle hanno infatti proclamato altre otto ore di sciopero e, per la Lombardia, Bergamo è stata scelta per ospitare la manifestazione regionale. L’astensione dal lavoro raggiungerà così le 40 ore complessive: un numero importante che non fa altro che alzare l’asticella delle aspettative se mai si riaprirà la trattativa. Il 10 luglio, invece, sarà eletto il nuovo presidente di Federmeccanica (già designato Simone Bettini) e quindi è plausibile che fino a quella data non ci siano chiamate al tavolo.

Il commento dei sindacati è laconico: «I contratti nazionali tutelano i lavoratori, ma questo non è sufficiente. Ed è per questo che Fim, Fiom e Uilm hanno presentato piattaforme ben più ambiziose». Con i segretari generali Ferdinando Uliano (Fim) che parla di «1,5 milioni di metalmeccanici senza contratto presi in ostaggio», mentre per Michele De Palma (Fiom) si tratta di «un aumento insufficiente» e Rocco Palombella (Uilm) dice che «l’Ipca è insufficiente per la difesa dei salari».

Dal canto suo, Agostino Piccinali, presidente del gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo, rileva che «dopo due tornate in cui secondo il contratto metalmeccanico vigente sono stati pagati incrementi intorno al 7% annuo, siamo tornati a livelli di inflazione intorno al 2% e il meccanismo dell’Ipca dimostra di funzionare correttamente». E aggiunge: «L’impostazione di Federmeccanica è di garantire il recupero dell’inflazione; a lato c’è la proposta del premio di risultato aziendale nelle realtà in cui è assente la contrattazione di secondo livello».

© RIPRODUZIONE RISERVATA