
L'Editoriale
Mercoledì 22 Giugno 2022
Antagonismo e istituzioni. Così il M5S si sbriciola
La linea dell’Italia sulla guerra in Ucraina non cambia: la nostra rispettabilità internazionale è salva. Siamo con l’Europa, la Nato, l’alleanza, vogliamo la pace e spingiamo per i negoziati con le sanzioni all’aggressore russo e aiutiamo concretamente l’aggredito ucraino. Tutto come dall’inizio, sancito dal decreto «Ucraina».

E tuttavia questo non vuol dire che il governo Draghi, che questa linea incarna e realizza, sia oggi saldo in sella. Come potrebbe, di fronte allo sgretolamento di quello che, fino a ieri e già da domani non più, era il partito più grande del Parlamento eletto nel 2018 e dunque il perno della maggioranza governativa, quello che più di altri dovrebbe sostenere l’Esecutivo?
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