Finito il mondo globale?
No, però va corretto
Un periodo anche pericoloso per le frequenti crisi o bolle (2001, 2008, 2020) e per le troppe ricchezze finite nei forzieri di Stati con valori diversi da quelli occidentali. Questi capitali spesso sono poi utilizzati in funzione anti-occidentale. Ma non solo. L’incredibile vicenda delle mascherine introvabili - poiché, in pratica, prodotte soltanto in Cina - ha evidenziato ancora di più l’esigenza di mantenere il controllo di produzioni strategiche (o a loro riconducibili) anche se economicamente in perdita. Il profitto non potrà essere in futuro l’esclusivo metro di giudizio. La comunità internazionale appare pertanto muovere i primi passi nella terza fase della seconda globalizzazione i cui contorni non sono ancora chiari.
Sfogliando i libri di storia, si scopre che la prima globalizzazione si sviluppò tra il 1870 ed il 1914; la seconda dal 1945 ad oggi con il 1971 (la fine del sistema di Bretton Woods) a fare da spartiacque. Tra le due Guerre protezionismo e depressione la fecero da padrone. Caratteristiche comuni delle due globalizzazioni sono l’intensità degli scambi commerciali rinvigoriti dall’abbattimento delle tariffe, l’importante domanda di beni e servizi, i forti flussi finanziari (anche migratori) e l’innovazione tecnologica.
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