Giorgetti e le banche, uno sfogo da spiegare

ITALIA. All’assemblea Abi, Associazione bancaria italiana, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha assunto un ruolo critico verso le banche, in alcuni passaggi senza mezzi termini.

È inconsueto che, in un’assemblea di categoria, sia la politica a recitare la parte del protagonista. È accaduto all’assemblea Abi, Associazione bancaria italiana, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha assunto un ruolo critico verso le banche, in alcuni passaggi senza mezzi termini. È giunto a esortare il sistema a tornare a «fare il suo mestiere» di erogatore di crediti alle imprese e alle famiglie, visto che oggettivamente dal 2021 vi è stato un calo del 30%. Sottolineando anche che occorre spendere di più in innovazione e tecnologie, questo con una certa perfidia perché il tema era stato davvero centrale nei precedenti interventi. L’uscita ha fatto colpo, anche perché le relazioni chiave della giornata, di Antonio Patuelli, presidente Abi, e appunto di Fabio Panetta, non potevano essere più istituzionali e calibrate.

Le parole di Giorgetti

È parso persino elegante non fare esplicito riferimento al risiko bancario in corso, che pure agita investitori ed azionisti. Patuelli, in particolare, è stato propositivo e abile su una partita molto delicata, quella della crisi del Mes, bloccato da anni da ingiustificati veti politici solo italiani. Anziché argomentare una critica motivata, si è sforzato infatti di fare una proposta di riforma che potrebbe sbloccare la situazione. E ha insistito sui temi di fondo dell’Unione bancaria ancora lenta a procedere. Anche Panetta è stato costruttivo, evocando con forza un meccanismo europeo di finanziamento che da solo potrebbe portare vantaggi all’economia continentale superiori ai pericoli rappresentati dalla tempesta sui dazi provocata dalle incursioni di Donald Trump. C’è da chiedersi dunque perché Giorgetti abbia spezzato il clima ovattato e solenne di questa annuale convention della finanza nazionale. Che ne avesse voglia si è capito fin dalla lunga introduzione con l’elenco di tutti gli indicatori positivi dell’economia, senza neppure un dato negativo, omettendo ad esempio le responsabilità governative sulla crisi della politica industriale, aggravabile ulteriormente se non si troverà subito una soluzione del dramma della siderurgia a Taranto. Ma è stato come dire: siamo bravi e possiamo permetterci di avere un atteggiamento critico, perché i numeri sono dalla nostra. Un atteggiamento che Giorgia Meloni non ha tenuto alle assemblee di Confindustria e della Cisl, tutte rose e collaborazioni.

Motivazioni politiche

C’è un motivo politico, naturalmente. È fastidioso per un Governo che sta sul filo nazionalista e populista, sentirsi attaccare ogni giorno come amico delle banche, solo perché ha giustamente abbandonato la scelta punitiva sui cosiddetti extraprofitti. Con i 5 Stelle che ignorano le ragioni giuridiche e costituzionali che rendono improponibili tali misure, e che usano il termine «folle» per qualsiasi cosa, dal riarmo alle misure economiche. Ma ancor più politica è la ragione subliminale di un ministro che ritiene di aver tenuto a freno le pressioni populiste della sua maggioranza e ha saputo contraddire i proclami elettorali con l’oggettiva tenuta dei conti pubblici. Per questo poco amato dai suoi e desideroso una tantum di alzare la voce. Sul risiko bancario, Giorgetti ha scelto la carta dell’ovvietà, dichiarando che non gli interessano le nazionalità dei banchieri ma la loro capacità. Ma forse un accenno, magari soft all’intimazione tedesca perché Unicredit resti a casa sua, non sarebbe stata fuori luogo. Anche spiegare perché vada bene che una banca salvata dai soldi dei contribuenti vada all’assalto di Piazzetta Cuccia e contemporaneamente si metta la golden share sulla scalata di una banca italiana ad un’altra banca italiana.

Temi scomodi, naturalmente, ma tanto che c’era… Resta il fatto che l’assemblea ha avuto qualcosa di incompiuto. Nel silenzio generale, non un applauso durante il discorso, il ministro ha chiuso e non vi sono state repliche, perché era l’ultimo a parlare. Saranno i fatti dei prossimi giorni a replicare?

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