I due Matteo in lotta
dettano la linea

L’attesa è tutta per lo scontro a «Porta a Porta» tra Matteo Renzi e Matteo Salvini. Sarà l’evento mediatico-politico dell’autunno e celebrerà l’esistenza di due leader che, combattendosi, si legittimano a vicenda. Salvini e Renzi puntano ad essere i mattatori, dalla maggioranza e dall’opposizione, della fase politica che si è aperta con la nascita del governo giallo-rosso, e non ammettono intrusi nell’agone: né Di Maio né Zingaretti e tantomeno Conte. Tutto sta a vedere se avranno la forza per portare a termine un obiettivo così ambizioso ma di sicuro la sfida a casa Vespa, la «Terza Camera» della Repubblica dove sono accadute quasi tutte le «svolte» politiche da Tangentopoli in poi, è un punto a loro favore che oscurerà il protagonismo degli altri attori, per una sera retrocessi al ruolo di «spalle» dei due leader.

Renzi si pone come l’alternativa europeista e riformista, di centro moderato-sinistra moderata, alla destra anti-europea di Salvini. L’uno punta a svuotare dei voti centristi il Pd lasciandolo in mano alla vecchia ditta ex pidiessina, e a ereditare i voti liberali di Forza Italia; l’altro consolida la sua guida di una destra sovranista che comprende Fratelli d’Italia e l’ala filoleghista del partito berlusconiano, ormai trasformato in terreno di caccia dall’inevitabile declino anagrafico del suo fondatore.

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