
(Foto di ansa)
Attualità. Giù, a rotta di collo, per quasi mille chilometri. Poi si rallenta, ma non troppo, per i successivi 440. È l’Italia, dal nord fino alla banchina di Villa San Giovanni, dove i traghetti dello Stretto fanno avanti e indrè per quei tre chilometri e spicci.
Lì, secondo i riesumati programmi governativi, tra chissà quanto avremo il ponte. Ma che dico ponte: il re dei ponti. Il ponte dei ponti. Roba che non hanno fatto da nessuna parte nel mondo. La faremo noi, tra Scilla e Cariddi. Il ponte sullo Stretto è come i film di don Camillo: se t’eri perso la 999ª replica, stai sicuro che prima o poi, ma più prima che poi, il tuo zapping si fermerà sulla numero 1.000. Dunque eccoci qui a riparlare del Ponte che, se bazzichi la Sicilia, prima o poi te lo domandano: lo vorresti o no, il ponte? Certo che sì, verrebbe da dire: dopo quasi 1.300 km una certezza non si disdegna, al posto della lotteria del «ferribòt». «It’s incredible that there is not a bridge», ci ha detto l’ultima volta, con un tono di semi-rimprovero, un americano sotto i 38 gradi del molo.
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