L’industria unisce Bergamo con Brescia

ITALIA. E’ un inedito assoluto l’assemblea annuale degli industriali in comune tra Confindustria Bergamo e Confindustria Brescia, che si riunirà venerdì pomeriggio sul confine di Palazzolo sull’Oglio.

Può essere solo un elegante omaggio all’anno della Capitale italiana della cultura, un suggello della rinnovata, o ritrovata, amicizia tra due province da sempre rivali, Brescia e Bergamo, che non hanno peraltro applicato l’indicazione confederale che da anni chiede fusioni. Ma in realtà, a ben guardare, c’è molto di più. Il titolo scelto per questo evento – «Una piattaforma manifatturiera d’Europa» – è suggestivo quando si riferisce all’Europa, ma è un dato di fatto che forse troppo spesso trascuriamo, e soprattutto lascia intuire una grande prospettiva. Il dato di fatto è che stiamo parlando di un polo della manifattura che, quando viene sommato, batte tutti i distretti regionali in Europa: non c’è Germania, Francia o Catalogna che tenga. Stiamo parlando di 43 miliardi di Pil a Brescia (14 dall’industria) e 37 a Bergamo (12,5 dall’industria). Due sole province entrano nella classifica dei 27 interi Stati Ue, piazzandosi al 19° posto per il prodotto, addirittura all’11° per Pil pro capite, al 20° per l’export. La parte del leone la fa la meccanica, ma non solo, perché le due province eccellono con metallurgia, macchine utensili, chimica e farmaceutica, prodotti intermedi farmaceutici, cosmetici, gomma, plastica, tessile abbigliamento.

Ma allora c’è la possibilità – ecco la prospettiva - di un futuro rivoluzionario, ben oltre il campanilismo sulle due sponde dell’Oglio, facendo diventare Palazzolo non semplicemente la location neutrale per questo evento, ma un nuovo punto di partenza. Occorre molto coraggio e visione, ma può davvero essere una svolta. Ai due presidenti, Giovanna Recuperati e Franco Gussalli Beretta il compito storico di disegnare fin d’ora un percorso. È quello che l’economista Michele Tiraboschi, in «Missione Bergamo», definisce «massa critica», cioè la dimensione come elemento decisivo nella nuova competizione industriale, che appunto è tra territori, non tra aziende.

Certo, a quest’ultime spetta un compito che richiede molta generosità e visione. Il rettore dell’Università di Bergamo, Sergio Cavalieri, ha definito le sfide: nuove competenze (l’intelligenza artificiale non è un giochino, è uno strumento da saper dominare al più presto), travaso al meccanico dell’elettronica, aiuto agli imprenditori per adattare il modello di business. E qui proprio le associazioni hanno uno spazio e un ruolo decisivo: aiutare le piccole imprese a crescere, con l’apporto indispensabile delle istituzioni, se si decideranno a valorizzare una politica industriale. In Italia esistono 4 milioni di microimprese (meno di 10 dipendenti e meno di 2 milioni di euro di fatturato). In Germania sono 2 milioni, con il doppio di abitanti.

Ma, come si diceva, occorre soprattutto visione e disponibilità a rimettersi in discussione. Tiraboschi va oltre e disegna un territorio che si avvale di «un unico aeroporto, una unica fiera, una sinergia comune per attrarre turisti e risorse dall’estero».

Con ancora molte contraddizioni ed incertezze (i famosi campanili), molto si è già fatto. Bisogna insistere e capire, come dice sempre Tiraboschi, che «o tu sei un nodo o non sei niente. Bergamo finisce per essere schiacciata tra Milano e Brescia (molto più forte), e rischia alla lunga di essere tagliata fuori».

Ecco, appunto, il rovescio della medaglia, sul solito bivio tra opportunità e rischi. Le occasioni vanno colte, altrimenti paghi pegno, e Bergamo lo deve sapere, perché la sua tendenza caratteriale a chiudersi poteva essere perdonata ieri, ma è inaccettabile nel futuro che si prepara. È la provincia che ha più da guadagnare o meno da perdere. Nei giorni in cui un marchio che si identificava con Bergamo, quello di Italcementi, viene sostituito con due parole, una in tedesco e una in inglese, c’è motivo di meditazione. Non è affatto una sconfitta, ma un segno da interpretare in positivo.

Nelle scelte che hanno ispirato Ricuperati e Gussalli Beretta nell’organizzare questa assemblea c’è per l’appunto tutta una positività in cui credere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA