
L'Editoriale
Venerdì 23 Maggio 2025
Ponte sullo Stretto, precedente pericoloso nella tutela della legge
ITALIA. Di fronte alla veemente reazione della Lega in merito al decreto Infrastrutture e, in particolare, alla questione dei controlli antimafia per il Ponte sullo Stretto, ci sentiamo di esprimere piena e incondizionata solidarietà all’operato del Quirinale.
La decisione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di ottenere la cancellazione dell’articolo che assegnava la competenza dei controlli antimafia a una struttura centralizzata presso il Viminale, in deroga alle norme ordinarie, può sembrare riduttivo, in realtà si configura come un atto di necessaria tutela della legalità e della trasparenza.
Il comunicato del Colle, che chiarisce come la norma in questione non fosse contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale e fosse apparsa solo poche ore prima del Consiglio dei ministri, getta una luce inquietante sulle modalità con cui si tentava di introdurre una deroga così significativa. Ancora più preoccupante è la precisazione che tale procedura speciale, finora adottata solo in casi di emergenza o eventi speciali, non risulterebbe affatto più severa delle norme ordinarie e, anzi, autorizzerebbe a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia.
Il pericolo di zone grigie nei controlli
In un’opera di tale portata e importanza strategica come il Ponte sullo Stretto di Messina, la cui realizzazione coinvolgerà migliaia di imprese e lavoratori, in un territorio dove la mafia non è certo estranea, la priorità assoluta deve essere la garanzia della legalità e la prevenzione di ogni infiltrazione criminale. Le norme antimafia ordinarie, già rigorose e consolidate, sono lo strumento più efficace per assicurare questo obiettivo. Ogni tentativo di introdurre procedure speciali che possano indebolire i controlli o creare zone grigie è un rischio che il Paese non può permettersi.
La Lega e le deroghe
La posizione della Lega, che minaccia di reinserire la norma cassata in sede di conversione, dimostra una preoccupante ostinazione e una scarsa sensibilità nei confronti di un principio fondamentale come la legalità. Affermare che «un’opera così importante merita il massimo dell’attenzione, per garantire legalità e trasparenza» e, contemporaneamente, cercare di introdurre deroghe alle norme antimafia ordinarie pare più una contraddizione in termini che mina la credibilità delle intenzioni. Forse la Lega, che ha sempre fatto della realizzazione del Ponte un suo orgoglioso obiettivo, voleva rendersi protagonista anche nel controllo antimafia gestendolo direttamente attraverso istituzioni governative.
La fermezza di Mattarella
Il presidente Mattarella, agendo con la consueta fermezza e lungimiranza, ha esercitato il suo ruolo di garante della Costituzione e della legalità, scongiurando un precedente pericoloso. La sua azione non è un ostacolo alla realizzazione dell’opera, ma un baluardo a tutela della sua integrità e della sua corretta esecuzione. È in momenti come questi che il ruolo di garanzia del Quirinale si rivela insostituibile, a salvaguardia degli interessi superiori della Nazione e della fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
È fondamentale che il Parlamento, in sede di conversione del decreto, accolga la linea del Colle e respinga ogni tentativo di reintrodurre norme che possano compromettere l’efficacia dei controlli antimafia. La costruzione del Ponte sullo Stretto deve essere un esempio di efficienza e, soprattutto, di legalità ineccepibile. Il Quirinale ha indicato la strada maestra da seguire, spetta ora al Parlamento assecondarla con la coerenza e la responsabilità necessarie.
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